sabato 24 maggio 2014

Le recensioni del Grognardo: Gygax Magazine 1

Ho cercato un po' in rete, ma non ho trovato nessun accenno ad un articolo in italiano che recensisse il Gygax magazine. Sì, lo so, se ne parla dall'anno scorso, infatti la prima uscita risale a Febbraio 2013, tuttavia, per coloro i quali stessero leggendo con la faccia stupita, il Gygax Magazine altro non è che una rivista trimestrale sui giochi di ruolo, che si caratterizza per essere pubblicata dalla ritrovata TSR, nella quale scrivono molti autori della cosiddetta “Old School”. 
Il modello ispiratore è quello del vecchio Dragon, vuole tuttavia evitare di concentrarsi su uno specifico sistema di gioco anche se l'intento è quello di mantenere negli articoli proposti un approccio caro alla vecchia guardia. Un'operazione nostalgia in piena regola, quindi? Può darsi, ma l'effetto è stato quello di catalizzare un po' di attenzione da parte degli (ex) giocatori più maturi e rimettere assieme diversi amici con una moltitudine di aneddoti da raccontare, disposti a lavorare quasi a gratis.

Una festa Old School
Vi dirò, la notizia della festa, tenutasi a New York, con cui si annunciava l'uscita del primo numero, di cui potete vedere qui il video, fu una delle molle che mi diedero la spinta a provare ad accomodarmi nuovamente al tavolo da gioco dopo 12 anni di quasi totale inattività (credo di aver partecipato ad un paio di avventure di Natale organizzate dai miei irriducibili amici).

Ho aspettato qualche mese prima di acquistare la copia cartacea del magazine, il pdf è disponibile qui a $ 4,99, non per il prezzo di copertina, $ 8,95, ma per le spese di spedizione che, se siete degli esperti utenti di eBay, saprete essere piuttosto onerose quando si parla di commercio con l'altra sponda dell'Atlantico. Mi sono così procurato i primi tre numeri dagli amici della Grotta di Merlino, negozio specializzato di Brescia, i quali mi hanno fatto recapitare, a mezzo posta, le copie praticamente intonse (grazie!).

Arriviamo però al dunque: come si presenta il Gygax Magazine? Beh, è un bel giornaletto spillato di 64 pagine più copertina, di cui direi almeno un 20% è dedicato alla pubblicità. La carta è di buona qualità, specie le copertine fronte e retro. Gli articoli sono in bianco e nero, mentre i fumetti a colori.
Insomma, la qualità dell'articolo è più che buona, considerata anche la meravigliosa copertina Still Unlucky (ancora una volta sfortunati) messa a disposizione da Daniel Horne, che vede ritratto un Ettin mentre sorprende due nani (o un nano e uno gnomo) alle prese con il tesoro del maldisposto gigante.

Dal punto di vista del contenuto, diverse vecchie e nuove firme hanno contribuito al numero uno. Di seguito l'elenco degli articoli e un commento più o meno breve, anche a seconda dell'interesse che mi ha suscitato.

The cosmology of role-playing games by James Carpio
Qui si cerca di tracciare l'evoluzione degli rpg dal Big Bang (D&D) in avanti, cercando di esemplificare l'evoluzione dell'hobby come si trattasse di una carta stellare.
Still playing after all these years by Tim Kask
Articolo della memoria che va a scavare nei ricordi di Tim. Il tutto per celebrare la magia della narrazione e del gioco di ruolo.
Leomund's Secure Shelter by Len Lakofka
Torna anche Lenard con il suo salottino privato a cui cambia leggermente il nome rispetto ai tempi in cui scriveva per Dragon. Come prima cosa parla un po' del suo periodo lontano dai giochi di ruolo, convertito in una vera passione per il bridge (che lo ha portato fino a Las Vegas). Ci racconta anche di aver avuto problemi di peso, toccando le 340 libbre (155 kg, etto più, etto meno), come molti giocatori di ruolo a suo dire (non è invece un problema made in USA, vero?). Tornato al "peso forma" di 250 libbre (113 kg, etto più, etto meno), si sente rinato e ci regala una delle tabelle più inutili che abbia avuto il piacere di leggere e che dovrebbe mettere il punto all'annosa questione: meglio un'arma +1 ai danni o +1 al tiro per colpire?
The ecology of the banshee by Ronald Corn
Una bella ecologia sulle banshee tra storia, miti e leggende. Idee anche per personalizzare l'apparizione, insomma Ron si è sforzato di regalarci un'ottima ecologia.
Bridging Generations by Luke Gygax
Luke ci racconta della fatica fatta per accaparrarsi una copia di Dragon #8, dove compariva una bella storia scritta da Harry O. Fisher che raccontava di una famiglia contemporanea dotata di poteri magici: la Finzer Family. L'articolo ci informa come alla fine egli sia riuscito nell'intento di condividere la stessa storia che gli lesse babbo Gary con le sue piccoline per il giorno del ringraziamento.
Gaming with a virtual tabletop by Nevin P. Jones
Nevin non ama i giochi da tavolo perché troppo complicati e ci spiega che esistono piattaforme che permettono gestire tutti quei conti che invece a noi piace tanto fare con carta e matita.
Keeping magic magical by Dennis Sustare
La magia non deve diventare qualcosa di banale, si elencano quindi elementi narrativi, meccaniche o stratagemmi di roleplay che possano essere utilizzati per continuare a meravigliarsi di questo potente mezzo.
Playing it the science fiction way by James M. Ward
Non essendo la fantascienza il mio genere preferito, dopo poco ho glissato. Mi perdonerete.
Attenzione a quello che potrebbe succedervi!
DMing for your toddler by Cory Doctorow
Cory vuole cercare di organizzare il modo di giocare di sua figlia di 4 anni, costruendo con lei un palcoscenico con qualche regola presa a prestito da H.G. Wells e D&D. Ci spiega questo semplicissimo regolamento.
Great power for ICONS by Steve Kenson
Alcuni poteri per super eroi.
The future of tabletop gaming by Ethan Gilsdorf
Un articolo su cosa siamo, cos'eravamo e, forse, dove stiamo andando. Mi ha fatto riflettere quanto la cultura americana abbia inciso sulla mia crescita. Io e Ethan, divisi da un oceano, abbiamo guardato gli stessi programmi televisivi (Happy Days, La casa nella prateria, l'uomo da sei milioni di dollari, Fantasy Island), ascoltato la stessa musica e giocato gli stessi giochi. Ci siamo trovati come in un sogno ad occhi aperti davanti a Guerre Stellari e il boom della fantascienza anni '80. L'autore fa le sue congetture sull'influsso di questo passato sulla vita moderna, sono le riflessioni di un uomo maturo che vede il suo mondo alterarsi, ma hanno una chiave di lettura lucida e fiduciosa che ho potuto apprezzare.
The Gygax family storyteller by Ernest Gary Gygax Jr.
Ricordi di famiglia di Ernest, primogenito di Gary, che ci racconta di come suo padre li addormentasse la sera, rivoltando i grandi classici come dei calzini, ma anche di quale infaticabile lavoratore egli fosse, dedicandosi ai suoi sogni la notte per cercare di dargli una forma.
Talents off the frontline by Dennis Detwiller
Amori, superpoteri e spunti per avventure ambientati nella seconda guerra mondiale.
D&D past, now, and Next by Michael Tresca
Michael cerca di capire se veramente sia possibile giocare alla Next con tutto il materiale uscito per le edizioni precedenti senza farsi venire il mal di pancia (o di testa) da conversione.
Gnatdamp: A sanctuary in the swamp by Michael Curtis
Un paesotto inseribile in qualunque campagna con PNG assortiti.
Magical miscellany - new items for AGE by Randall Hurlburt
Oggetti magici belli e caratterizzati, un argomento banale sviluppato con perizia.
An AGE of great inventions by Rodrigo Garcia Carmona
Talenti per il sistema AGE
La copertina di Gygax Magazine #1
Scaling combat feats for Pathfinder by Marc Radle
Un approfondimento sui talenti di Pathfinder.
Comics:
Marvin the Mage by Jim Wampler
What's New with Phil & Dixie by Phil Foglio
Order of the Stick by Rich Burlew

Che impressione ho avuto dalla lettura di questo primo numero dunque? Beh, mi allineo alla schiera di coloro che dicono che il primo numero, salvo qualche articolo più centrato, non sia proprio brillante. Mi sono divertito leggendo le esperienze di questi nomi che sono oramai diventati amici immaginari, ma passato il momento di nostalgia, oggettivamente, solo un 15-20% del magazine è realmente utile o ispiratore. Può essere che ci fosse bisogno di un momento introduttivo per riannodare le cime di storie perdute che si sono allontanate, questo è almeno il senso che intravedo nell'operazione.
Non voglio quindi demoralizzare nessuno, il numero 2 è già molto meglio e, se avrò il tempo e la voglia, recensirò il suo contenuto in questo spazio.

2 commenti:

  1. I commenti di blogger anglofoni che avevo letto in merito mi sembra che fossero allineati al tuo parere. Qualcosa di interessante ma principalmente da acquistarsi per l'effetto nostalgia. Un po' di gola me l'ha fatta venire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Più che altro perché, potendo non sopravvivere all'anno di vita, c'è caso che diventi una rarità ;)

      Elimina