venerdì 10 giugno 2016

Grognardo's Home Soups: the Sorcerer

Hello,
 
second article in English, following the one where I was discussing “Ascending Hit Points”. This time I will talk about a custom class I created some time ago in order to retro-convert a 3rd edition adventure. Not sure I have already said already, but, for your information, I am not interested a lot reading about revised rulebooks and knowing how to combine effectively feats or special abilities. I love however reading adventures, in my opinion these are bread and butter of every Dungeon Master. Being limited the material translated in Italian, in my country is quite common for players concentrate on rulebooks. Imagine I met seasoned players (with more than 10 years’ experience) that had never played an official module. They usually told me they were writing their own story. I honestly think they were doing a good job, however I am convinced that you would not go around saying that the book you wrote is the best one, without having read before the classics. Instead, this statement is so common in my country.
Anyway, I am going a bit out of the scope of this article. I was saying that, if you like adventures, you might want to retro-convert one or some of the characters contained in it. What happens if you need to do that practice for a class which does not exist in your rule-set? That what happened to me for the 3rd edition Sorcerer. The possibility to cast spells without memorizing them in the morning was foreseen originally in “Spells and Magic” book, but I really never used that option. I do not like spell-points. I then decided to move in a direction that might be used with the core system, without touching the rules.
I anticipate this class is not fully tested, so please, be forgiving with me.

venerdì 3 giugno 2016

Il Grognardo in Rosa: il Primo Live

Salve a Tutti,

apre una nuova rubrica dell'Orto: il Grognardo in Rosa.

Se ne sentiva il bisogno perché il gioco di ruolo, come il calcio, come la boxe, come fare la pipì in piedi è un'attività quasi esclusivamente maschile. Scrivo quasi, solamente poiché, recentemente, ho potuto assistere alle prime contaminazioni di genere (sarà per i romanzi della Rowling, per i film di Jackson, per il successo di Big Bang Theory, ma qualcosa pare sia successo negli ultimi 15 anni). Gianna Masetti, sempre sia lodata, ne parlava ampiamente nei suoi resoconti su Kaos e già mi sono permesso di ripescare un suo articolo dei tempi andati. 
Non so se sia la parola "gioco" a mietere sul nascere l'interesse del gentil sesso, o i temi trattati, o il modo in cui essi vengono portati in scena, o meglio ancora, chi li pratica.

Sono domande a lungo dibattute, certo è che, anche con la più buona volontà, non mi posso permettere di approfondire questi argomenti, senza avvalermi di un esperto. Ho così gentilmente chiesto ad una giocatrice di farmi da consulente e pubblicare, speriamo con regolarità, qualche articolo sulle sue avventure in un mondo che sa un po' troppo di "uomo che non deve chiedere mai"!

Maria, la nostra guida, è salernitana, ha abitato per diversi anni a Modena, ma da qualche mese è tornata ai lidi natii. Lì prosegue la sua attività ludica, per quanto ne so gioca a Pathfinder e non è per niente digiuna di giochi da tavolo. Se non ricordo male subisce il fascino dei dadi, mentre rimane piuttosto fredda davanti a giochi in stile teutonico o che simulino conflitti bellici.

Beh, ci siamo scambiati qualche messaggio dove le ho posto i fatidici quesiti: perché le donne non giocano? le Dungeon Mistress sono come le Entesse? può il giocatore di ruolo avere il fascino maschio di Marlon Brando?

Ho un'idea delle risposte, ma ovviamente le mie sono supposizioni. Sarà Maria a darci un punto di vista differente, dall'alto delle sue (dis)avventure con una ciurma di svitati!

A lei la parola.     


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La prima volta che mi fu proposto di partecipare a una sessione di D&D accettai con un po’ di perplessità. Ero attratta da questo mondo fantastico e appassionata del mondo fantasy da sempre, mi ritenevo una piccola nerd in erba, pronta ad affrontare il grande passo del gioco live. Non sapevo quello che mi aspettava, ma nutrivo grandi speranze di poter essere all’altezza di calarmi completamente nei panni di una grande eroina pronta a salvare il mondo dalle insidie del male.

Non sapevo quanto la realtà mi avrebbe dato torto.

Ero l’unica ragazza al tavolo, e ovviamente tutti gli sguardi erano puntati su di me. C’era chi mi guardava con aria interrogativa, chi si stava chiedendo quanto ne sapessi del gioco, chi da subito si approcciò a me come con una scolaretta alle prime armi e chi semplicemente mi ignorava già pregustando la sessione con fare sognante. Il master, la povera anima che mi aveva proposto di giocare, era l’unico a preoccuparsi che fossi a mio agio e cominciò ad elencarmi quelle che sarebbero state le attività della serata, probabilmente non avremmo giocato quella sera, dovevamo CREARE LA SCHEDA. Pensai tra me e me “un’intera serata solo per creare la scheda? E che sarà mai?!?”. Per non fare brutta figura avevo cercato su internet le meccaniche del gioco, come funzionava il tiro dei dadi, come si combatteva ed ero rimasta affascinata dal meccanismo pur capendoci onestamente davvero poco. Quando tutti furono pronti, finalmente ci sedemmo…e iniziò il delirio.