"Non riuscirò mai ad andarmene da questo
posto, vero Gordie?"
"Puoi fare tutto, basta volerlo."
(Stand by me - Ricordo di un'estate)
Salve a Tutti,
è notizia di ieri che Modena non vedrà una nuova edizione di
Play nel 2025. Per ragioni di opportunità, spazi, logistica e quant’altro si
trasferirà nel quartiere fieristico del capoluogo di regione. A Modena sarà
invece organizzato un nuovo evento, che si chiamerà “Play in the City”. È un
bene? È un male? Lo diranno la prossima edizione e quelle successive (diamogli
tempo, non è detto che sia subito un: “buona la prima!”).
In una visione di crescita di una fiera sempre più popolare
e amata, pare logico ampliare i propri orizzonti. L’obiettivo, a mio modo di
vedere, è quello di offrire ancora di più, potendo sfruttare una maggiore
capienza dei locali. Del resto, se vogliamo andare a rivedere gli albori delle
convention alle quali si ispirava ModCon
– la progenitrice di Play - sono state sempre piuttosto itineranti. Nascono
dove esiste uno zoccolo duro di appassionati, ma poi trovano altre collocazioni
più adatte ad accogliere il pubblico dei grandi eventi. Gen Con esordisce nel 1968 a
Lake Geneva - la cittadina dove viveva Gary Gygax – quindi si sposta nel 1985 a Milwaukee, dove
rimane fino al 2003. Ora la proprietà di Gen Con è di Hasbro e la convention più
famosa del mondo è parcheggiata a Indianapolis.
Bologna è più grande, meglio collegata, offre maggiore
possibilità di ospitalità rispetto a Modena. Questi i lati positivi, che
logicamente hanno portato gli organizzatori a prendere questa – credo sofferta
– decisione. Già perché gli organizzatori sono tutti modenesi e, in quanto
tali, un minimo di campanilismo nel sangue lo devi pur avere, anche solo per essere
cresciuti nella stessa tana dove ancora mi rifugio. Diventare grandi tuttavia
significa anche essere oggettivi, e saper cogliere le opportunità che la vita
ti offre.
Fatte le giuste premesse e comprese le ragioni del caso, conoscendo
un minimo Bologna ci saranno anche delle complessità come la reperibilità di un
parcheggio, nuovi costi di gestione che andranno coperti, una viabilità che
rispetto a quella modenese è un incubo. E poi il classico dubbio amletico:
resterà o non resterà la convention dei giocatori? Questo è il dilemma, ma
soprattutto la sfida, poiché le radici di Play sono le associazioni, piaccia o
non piaccia ai big money.
Chi ha qualche primavera in più sulle spalle, ricorda quale
fosse il pubblico delle vecchie Con: tanti giocatori, ma pochi, pochissimi
bambini e ragazzini. Praticamente nessuna famiglia. Modena è diventata la
capitale del gioco perché, tramite Play, è stata capace di trasmettere la
passione di un gruppo di esperti giocatori alla cittadinanza, passando
attraverso le scuole e le biblioteche di quartiere in molti casi. Nelle case
dei modenesi, in effetti, i vecchi Monopoli e Risiko sono stati accantonati,
rimpiazzati da giochi più moderni ed evoluti. Capita – per fare un esempio
concreto - di entrare nell’appartamento di coppie insospettabili, anche
attempate, e trovare in libreria un Dixit o un Nome in Codice.
Che ne è però di quegli appassionati – chiamiamoli hardcore gamer – ventenni di belle
speranze che popolavano ModCon? Negli ultimi lustri hanno preso parte a Play? Si
sono ambientati, rimodulati, adattati al nuovo corso?
Credo sia un interrogativo aperto. Voglio dire: esiste una
platea di persone – veri esperti di giochi - che a Play va per fare un giro, scuriosare,
ma in fin dei conti questi avventori non comprano mai, perché tanto dei giochi
che amano c’è poco e nulla. Non mi riferisco solo a wargamer anzianotti che si
cimentano con tabelle, pittalini ed esagoni. Anche di quella via di mezzo di
appassionati, che non per forza di cose sono accalappiati dall’ultimo titolo in
bacheca sullo scaffale del negozio. Io, per esempio, non ho comprato nulla
nelle mie ultime visite a Lucca, e lo stesso mi capita a Play da anni. Giro,
sfoglio, commento, ma sempre più di rado apro il portafoglio.
C’è da dire che una volta, quando si andava in fiera, ci si
ripagava il biglietto grazie agli sconti che c’erano sui titoli in commercio. Credo
che l’ultimo gioco comprato con lo sconto sia stato Horse Fever, a Lucca, dalla
neonata Cranio Creations. Succedeva almeno quindici anni fa. Venuto a decadere
il vantaggio economico, non rimane che l’evento, i seminari e gli ospiti. Questi,
a mio parere, sono ancora punti fermi di una manifestazione valida, ciò che mi
porta a muovermi per parteciparvi.
Quindi se rivolgiamo la nostra attenzione agli
homo
ludens, un crocchio di esperti che non è necessario educare, e magari ne
hanno viste molte più di noi, possiamo dire che Play sia anche la loro fiera?
Chiedo, perché il dubbio è lì, e come un mind devourer mi
accarezza la mente. Cosa succederà in una città abituata ad avere da 39 anni
un festival del gioco? La prima ModCon è datata 1985 - un anno più tardi sarebbe uscito Stand by Me, film tratto dal racconto "Il Corpo" di S. King - ed ebbe luogo nel
tempio della pallavolo, il palazzetto dove la Panini aveva collezionato trofei,
anche internazionali. Saprà Modena resistere senza la sua Con? Quei ragazzini di allora sapranno vivere senza ciò che hanno contribuito a far nascere?
Ho appena caricato sul blog il comunicato stampa che mi hanno inoltrato.
RispondiEliminaCaro Mattia, l'amarezza che mi sembra di cogliere in quello che scrivi fa il paio con i miei timori di "lucchizzazione" della fiera che forse avevo espresso anche a te qualche mese fa a Modena: l'evento si sta espandendo sempre di più e con esso la confusione che l'accompagna. Ma non fasciamoci la testa, come giustamente dici tu. Bologna mi dovrebbe risultare anche più comoda logisticamente essendo più vicina rispetto a Modena, ma mi ero affezionato al "vecchio" Play che in pratica ho visto nascere (non proprio, come mi è stato spiegato in seguito, ma quasi).
Non so rispondere al quesito che poni, posso solo portarti la mia testimonianza per cui io almeno qualcosina cerco di comprarla sempre. Ora che i negozi non portano quasi più materiale vintage è difficile, ma per come la vedo io qualcosa bisogna pur comprare, se non altro per giustificare le spese per viaggio e pernottamento (sì, so che è un discorso un po' assurdo).
Grazie per le testimonianze fotografiche che hai portato della prima ModCon!
Ciao Luca,
Eliminain realtà vedo molte opportunità in questo spostamento. Certo, da modenese è uno smacco, siamo pur sempre divisi in guelfi e ghibellini da queste parti.
Non rimane che attendere le prossime edizioni - alla prima uscita immagino non cambierà molto, come organizzazione devi prima superare la fase di adattamento alla nuova realtà - per soppesare pro e contro.
Felice di aver frainteso ;)
EliminaSpero che riusciremo a vederci anche in quel di Bologna.
Certo, ci teniamo aggiornati.
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