giovedì 26 settembre 2024

Modena Play che trasloca a Bologna e i Settembre dell'Innocenza (Stand by me)

"Non riuscirò mai ad andarmene da questo posto, vero Gordie?"
"Puoi fare tutto, basta volerlo."
(Stand by me - Ricordo di un'estate)

Salve a Tutti,

è notizia di ieri che Modena non vedrà una nuova edizione di Play nel 2025. Per ragioni di opportunità, spazi, logistica e quant’altro si trasferirà nel quartiere fieristico del capoluogo di regione. A Modena sarà invece organizzato un nuovo evento, che si chiamerà “Play in the City”. È un bene? È un male? Lo diranno la prossima edizione e quelle successive (diamogli tempo, non è detto che sia subito un: “buona la prima!”).

In una visione di crescita di una fiera sempre più popolare e amata, pare logico ampliare i propri orizzonti. L’obiettivo, a mio modo di vedere, è quello di offrire ancora di più, potendo sfruttare una maggiore capienza dei locali. Del resto, se vogliamo andare a rivedere gli albori delle convention alle quali si ispirava ModCon – la progenitrice di Play - sono state sempre piuttosto itineranti. Nascono dove esiste uno zoccolo duro di appassionati, ma poi trovano altre collocazioni più adatte ad accogliere il pubblico dei grandi eventi. Gen Con esordisce nel 1968 a Lake Geneva - la cittadina dove viveva Gary Gygax –  quindi si sposta nel 1985 a Milwaukee, dove rimane fino al 2003. Ora la proprietà di Gen Con è di Hasbro e la convention più famosa del mondo è parcheggiata a Indianapolis.

La mia prima Con
Bologna è più grande, meglio collegata, offre maggiore possibilità di ospitalità rispetto a Modena. Questi i lati positivi, che logicamente hanno portato gli organizzatori a prendere questa – credo sofferta – decisione. Già perché gli organizzatori sono tutti modenesi e, in quanto tali, un minimo di campanilismo nel sangue lo devi pur avere, anche solo per essere cresciuti nella stessa tana dove ancora mi rifugio. Diventare grandi tuttavia significa anche essere oggettivi, e saper cogliere le opportunità che la vita ti offre.

Fatte le giuste premesse e comprese le ragioni del caso, conoscendo un minimo Bologna ci saranno anche delle complessità come la reperibilità di un parcheggio, nuovi costi di gestione che andranno coperti, una viabilità che rispetto a quella modenese è un incubo. E poi il classico dubbio amletico: resterà o non resterà la convention dei giocatori? Questo è il dilemma, ma soprattutto la sfida, poiché le radici di Play sono le associazioni, piaccia o non piaccia ai big money.

Chi ha qualche primavera in più sulle spalle, ricorda quale fosse il pubblico delle vecchie Con: tanti giocatori, ma pochi, pochissimi bambini e ragazzini. Praticamente nessuna famiglia. Modena è diventata la capitale del gioco perché, tramite Play, è stata capace di trasmettere la passione di un gruppo di esperti giocatori alla cittadinanza, passando attraverso le scuole e le biblioteche di quartiere in molti casi. Nelle case dei modenesi, in effetti, i vecchi Monopoli e Risiko sono stati accantonati, rimpiazzati da giochi più moderni ed evoluti. Capita – per fare un esempio concreto - di entrare nell’appartamento di coppie insospettabili, anche attempate, e trovare in libreria un Dixit o un Nome in Codice.


Che ne è però di quegli appassionati –  chiamiamoli hardcore gamer – ventenni di belle speranze che popolavano ModCon? Negli ultimi lustri hanno preso parte a Play? Si sono ambientati, rimodulati, adattati al nuovo corso?


Credo sia un interrogativo aperto. Voglio dire: esiste una platea di persone – veri esperti di giochi - che a Play va per fare un giro, scuriosare, ma in fin dei conti questi avventori non comprano mai, perché tanto dei giochi che amano c’è poco e nulla. Non mi riferisco solo a wargamer anzianotti che si cimentano con tabelle, pittalini ed esagoni. Anche di quella via di mezzo di appassionati, che non per forza di cose sono accalappiati dall’ultimo titolo in bacheca sullo scaffale del negozio. Io, per esempio, non ho comprato nulla nelle mie ultime visite a Lucca, e lo stesso mi capita a Play da anni. Giro, sfoglio, commento, ma sempre più di rado apro il portafoglio.

C’è da dire che una volta, quando si andava in fiera, ci si ripagava il biglietto grazie agli sconti che c’erano sui titoli in commercio. Credo che l’ultimo gioco comprato con lo sconto sia stato Horse Fever, a Lucca, dalla neonata Cranio Creations. Succedeva almeno quindici anni fa. Venuto a decadere il vantaggio economico, non rimane che l’evento, i seminari e gli ospiti. Questi, a mio parere, sono ancora punti fermi di una manifestazione valida, ciò che mi porta a muovermi per parteciparvi.



Quindi se rivolgiamo la nostra attenzione agli homo ludens, un crocchio di esperti che non è necessario educare, e magari ne hanno viste molte più di noi, possiamo dire che Play sia anche la loro fiera?

Chiedo, perché il dubbio è lì, e come un mind devourer mi accarezza la mente. Cosa succederà in una città abituata ad avere da 39 anni un festival del gioco? La prima ModCon è datata 1985 - un anno più tardi sarebbe uscito Stand by Me, film tratto dal racconto "Il Corpo" di S. King -  ed ebbe luogo nel tempio della pallavolo, il palazzetto dove la Panini aveva collezionato trofei, anche internazionali. Saprà Modena resistere senza la sua Con? Quei ragazzini di allora sapranno vivere senza ciò che hanno contribuito a far nascere?


1 commento:

  1. Ho appena caricato sul blog il comunicato stampa che mi hanno inoltrato.
    Caro Mattia, l'amarezza che mi sembra di cogliere in quello che scrivi fa il paio con i miei timori di "lucchizzazione" della fiera che forse avevo espresso anche a te qualche mese fa a Modena: l'evento si sta espandendo sempre di più e con esso la confusione che l'accompagna. Ma non fasciamoci la testa, come giustamente dici tu. Bologna mi dovrebbe risultare anche più comoda logisticamente essendo più vicina rispetto a Modena, ma mi ero affezionato al "vecchio" Play che in pratica ho visto nascere (non proprio, come mi è stato spiegato in seguito, ma quasi).
    Non so rispondere al quesito che poni, posso solo portarti la mia testimonianza per cui io almeno qualcosina cerco di comprarla sempre. Ora che i negozi non portano quasi più materiale vintage è difficile, ma per come la vedo io qualcosa bisogna pur comprare, se non altro per giustificare le spese per viaggio e pernottamento (sì, so che è un discorso un po' assurdo).
    Grazie per le testimonianze fotografiche che hai portato della prima ModCon!

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