mercoledì 27 luglio 2022

Gli sproloqui del Grognardo: il Giovane Virgulto

 Salve a Tutti,

nella rassegna dei personaggi che affollano i nostri tavoli e le nostre peripezie di avventurieri devo per forza citare “il giovane virgulto”. Con giovane virgulto intendo un ragazzino in età scolare, in quella magica parentesi che va dai 10 ai 12 anni durante la quale non sei un ragazzo a tutti gli effetti, ma nemmeno più un bambino. Il vantaggio di questo periodo della vita è che inizi a comprendere più lucidamente i meccanismi del mondo, ma non sei ancora ottenebrato dal pensiero principe che devasterà la tua vita fino all’andropausa.

Egli si scompone di due macro-categorie. La prima è quella di quello col DNA da nerd vecchio stile, anche se diluito nella sua patina hardcore dei tempi andati. Curioso, ha visto i film del Signore degli Anelli, ha sbirciato magari qualche scena del Trono di Spade all’insaputa dei genitori, o ha seguito Stranger Things e non ha capito esattamente cosa fanno Mike e i suoi amici, quando sono attorno al tavolo. Ingenuamente poi, crede che parlare di orchi e gnomi possa attrarre ragazzine come Millie Bobby Brown, la El (italianizzata Undi) protagonista della serie. Pensa insomma che ci sia qualcosa di magico, un mondo che gli deve essere ancora rivelato ed è ansioso di farne parte. In poche parole è uno di noi e come tale presto o tardi si presenterà armato di fantasia alla vostra corte.

La seconda categoria è un po’ più sfigata. Non sono nerd naturali, coi super poteri. A Harry Potter ha sempre preferito la Play, al Signore degli Anelli la Marvel, a Stranger Things la partita della Nazionale. Il papà però è un nerd cosmico e da quando il pargolo è nato ha atteso con impazienza il giorno che sapesse fare di conto. Durante l’infanzia l’ha appestato con racconti di Moorcock, gli ha mostrato le sue miniature senza però lasciargliele toccare, cosa che nel bimbo sbavante ha causato una repulsione verso il piombo fuso in maniera semi-artistica.


I papà nerd non sono poi così diversi da quelli con la fissa per lo sport o la musica, e quindi coglieranno la prima occasione per portare l’erede al Club della loro infanzia, usandolo come “Minor Globe of Invulnerability”  contro i “Command” della  moglie. «Accompagno Sergio a giocare con gli amichetti» diventa la scusa per passare il Sabato pomeriggio a rispolverare i libri che erano finiti in uno scatolone in soffitta. Il giovane virgulto, seppur plagiato, è pur sempre un bambino e trovandosi in compagnia di altri simili, accetterà la stravaganza del padre che, da quando l’accompagna, ha preso a sbraitare al tavolo di fianco con altri vecchi rincoglioniti come lui, con l’appellativo di Bullo: “Ci ritroviamo infine Ozzacadaiccaf, figlio di Attongim! Sono passati più di 10 anni da quando ci imprigionasti nelle segrete di Sucapat privandoci della libertà, ma soprattutto di Aphasiel il mio coltellino multiuso intelligente balbuziente! Dove hai messo tale prodigio elfico? Mai ho smesso di pensarci un solo secondo negli ultimi 2 lustri, e come disse Gandalf il Bianco: sono tornato!».

Voi che siete Master dabbene - certo con l’età sempre più tendenti al Caos e all’ombra, ma che sapete riconoscere l’innocenza della prima volta -, chiudete un occhio alle triangolazioni familiari, modello Brasile dell’82. Fatti loro, il giovane virgulto va aiutato in ogni modo. E così decidete di assecondare i padri e dare loro asilo. La famosa Adventurers League, tanto decantata dalla Wizards of the Coast, non è altro che un covo di questi revenant che, passati i 40 anni, decidono di tornare alla Ribellione e fuggire il Lato Oscuro (la moglie ovviamente). Usano l’evento come copertura, dicendo che arbitrano ai bambini come forma di volontariato, mentre in realtà cercano in ogni modo il TPK pomeridiano e usurano le capacità ludiche dei minori che, a seguito di tale training, crescono a dismisura mano a mano che comprendono come anche il mondo di D&D richieda preparazione e impegno. Il giovane virgulto in effetti non va sottovalutato, sorprenderà perfino i vecchioni che ormai pensano di poter vivere di rendita col sapere gygaxiano delle precedenti edizioni, sceso su di loro come spirito santo, e che li fa sentire Unti del Signore. Ma si renderanno presto conto che le menti giovani sono molto più elastiche e non leggono i manuali, li studiano!

Saremmo alle battute finali di un epico scontro tra la nuova e la vecchia scuola, tra la generazione dei Darth Vader e quella degli Luke Skywalker… ma poi arrivano loro, le mamme. Sì, perché questa storia dei Sabati fuori a giocare con e per il pupo un po’ sa di stronzata, e quando si presenta a sorpresa al Club, cercando di cogliere il marito con le mani nella marmellata, rimane colpita da tutta quella gioventù che ride e si diverte, ansima e si accalora, che non si stacca dal tavolo e interagisce con gli adulti come mai avrebbe pensato fosse possibile. Questa cosa deve essere miracolosa, pensa. Si avvicina quatta quatta per ascoltare, e non capisce nulla di quello che va accadendo. Troll, orchi, mezzi- qualcosa, incantesimi, vantaggio, svantaggio… è assolutamente incapace di translitterare quel codice. La mamma starebbe per andare con le pive nel sacco, ma poi afferra qualcosa di quella narrazione. Il tizio che dirige il gioco, una specie di cantastorie per bambini, dice: «Il coboldo che avete catturato piange e si dimena: noooo – dice – cattivi umani, vogliono ferire Fixinfuff! Liberatemi, vi preeego». La mamma è già un po’ commossa e attende l’atto di pietà del gruppo, quando proprio suo figlio si alza e grida: «Parla canaglia, o te ne pentirai amaramente!». La mamma non vuole crederci, è disorientata. Il cantastorie allora continua: «Fixinfuff buooono, non sa nuuulla. Cattivi umani, cattivi!». E il figlio «Lubor il Nero non perdona! Vedrai che quando avrò finito di cavarti gli occhi ti tornerà la memoria!». A quel punto la madre sente di dover intervenire e rivolgendosi al cantastorie afferma risoluta: «Gli dica che non si può fare!». Il cantastorie la guarda con una faccia canzonatoria. Il suo viso comunica un chiaro: “solo ora, stolta, conosci veramente tuo figlio, eh?”, quindi le dice calmo: «Mi dispiace signora, ma Lubor il Nero è libero di fare quello che desidera del povero coboldo. Fixinfluff dovrà farsi accompagnare per il resto della vita da un rugginofago che gli indichi la via». La mamma è ammutolita, finge compostezza ma in realtà frigge. Contemporaneamente un brivido corre lungo la schiena di Bullo, che già immagina la serie di domande alla quale la Gestapo casalinga lo sottoporrà.

Ahimè non sono racconti di fantasia i miei, ma vere realtà. Credete forse che la TSR avesse rinominato per piacere demoni e diavoli, durante la seconda edizione? No, era semplicemente per parlare in codice e non far tremare le gambe ai prodi DM che portavano avanti campagne con giovanissimi, sotto lo sguardo truce delle BADD. Quindi siate cauti con i giovani virgulti, che nascondono grandi opportunità, e altrettanto inattese responsabilità. Alla prossima!

2 commenti:

  1. dunque... delle due descrizioni che hai fatto non trovo corrispondenza con i "giovani virgulti" che abbiamo avuto noi nella campagna B10 che portiamo avanti da anni. Tieni presente che il nipote del Master e alcuni suoi amici cominciarono a bazzicarla quando avevano appena 8 anni o giù di lì. Impossibile generalizzare, però noi abbiamo avuto ragazzini che avevano interessi (magari momentanei) tra i più vari: il rap, la pallacanestro, ecc.
    Temo che il Master farà di suo figlio un Virgulto della seconda categoria, ha già cominciato a instradarlo con un gdr francese adatto a bambini di 3/4 anni!

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    1. Ciao Luca,
      infatti i Giovani Virgulti sono creature innocenti. Nella AL di Modena però posso confermarti che sono rientrati in pista, dopo tanti anni, almeno 4 papà che altrimenti non avrebbero mai arbitrato il Sabato pomeriggio. Condividere, o almeno provare a farlo, con i propri figli una passione è quanto di più bello ci possa essere. Le statistiche provvisorie dicono che dei 4 che hanno portato i figli, due ragazzi (non più ragazzini, ormai hanno 17 anni) sono giocatori accaniti, una ragazza gioca saltuariamente e altre tre hanno mollato il colpo. Quindi il 100% dei maschi gioca ancora con soddisfazione in autonomia, mentre il solo il 33% delle femmine prova ancora di quando in quando.

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