mercoledì 12 giugno 2019

Gli sproloqui del Grognardo: il Giovane Novizio

Viene un momento, triste, nella vita nel quale uno dei vostri amici, compagno pluriennale d’avventure, decide che è tempo di smettere di giocare di ruolo.

Le cause di questa decisione sono presto dette, elencabili in: a. la scoperta dell’universo femminile, b. la scoperta dell’impegno politico (spesso copertura del punto a.), c. spostamenti fuori sede per motivi di studio (spesso dovuto a migrazioni del punto a.),  d. l’accesso al mondo del lavoro (spesso dovuto per mantenere il punto a.), e. la nascita del pupo (che senza il punto a. non potrebbe verificarsi).

Sono momenti di grande commozione, addii simili a quello di Frodo e Sam ai Porti Grigi (del resto Sam, rimasto fedele al suo amico anche davanti a Shelob, lo lascia proprio per il punto a.), separazioni irreparabili. Deviando un attimo dal tema di questo post, voglio rassicurarvi del miracolo che portano gli anni della maturità, durante i quali, alla spicciolata, gli amici sparpagliatisi per il punto a, ritornano fedeli a trovarsi al tavolo da gioco, non più schiavi dell’ormone (del resto che fa Sam, quando da pensionato decide di andare ai Porti Grigi? Torna da Frodo, mica sta con Rosie, no?).

Nell’attesa della notizia dell’Amico Ritrovato, vi toccherà comunque far fronte alla diaspora in qualche modo e quindi, complice il numero minino di presenze per giocare, ripiegare su qualche figura nuova.


Le strade sono due: quella di cui ho già parlato in un articolo precedente cioè il coinvolgimento del Giocatore Aggiunto, personaggio d’esperienza del quale non si sentiva molto la mancanza, o, se germoglia in voi il seme malsano del maestro di vita, la ricerca di qualche novizio, giovane di belle speranze, che per sua sfortuna non ha mai incontrato qualcuno in grado di spiegargli i rudimenti del gioco di ruolo.

In quest’ultimo caso le categorie di novizi si dividono in due sottocategorie. Potreste tentare di illamare la fidanzata di uno dei giocatori o, peggio, del Master (il punto a. è una legge fisica al quale il nostro mondo è soggetto, da qualsiasi prospettiva lo si guardi), ma di questo forse parlerò in futuro, o pescare il giocatore in un qualche altro ambiente sociale che frequentate (oratori, palestre, sale bingo, stadio, saune, balli latino americani, ecc.)

In quanto Maestro dei Cunicoli (o Grande Soldatino, semplificazione brutale della morosa di un amico, che ha creato una nuova categoria mentale per il gdr, dove tu ricopri il ruolo di capobanda, un incrocio tra Grande Puffo e il DM nano del cartone di D&D), al tuo occhio attento non sfugge nulla. I nerd, anche quelli sotto copertura, si riconoscono da piccoli particolari impercettibili. Sono mille i possibili indizi. Magari non menzionano mai i giochi, ma se per caso citate Guerre Stellari gli occhi gli si illuminano, attaccano quindi a parlare di come l’episodio I sia una cacata; forse, complice l’ultima stagione del Trono di Spade, scoprite che stanno svegli la notte per vedere gli episodi in lingua inglese, in contemporanea con gli US; chissà, tengono in un ufficio una tazza con la scritta BAZINGA; fanno il Fantacalcio, ma vogliono giocare con le regole avanzate, con tutti i modificatori di attacco, difesa, centrocampo, moduli, ecc.

Il Giovane Novizio
È nei dettagli che si nasconde il demonio, e voi lo sapete. Una piccola dimenticanza, una parola di troppo, e il re è nudo: il nerd è svelato, nonostante la maschera! Non resta che agganciarlo e proporgli di fare quel piccolo passo che ancora lo separa dal Lato Oscuro. Tranquilli, nove volte su dieci sarà come mandare un’oca a bere. Il vostro giovane padawan, che da una decina d’anni sta tentando di conformarsi, pagando salate sedute dallo psicologo per comprendere quel male che gli cova in seno, vedendovi capirà che siete il Messia e si affiderà alle vostre parole, schiavo del vostro canto come Ulisse con le sirene.

È vostro, non c’è dubbio! Gli chiedete a quale personaggio del Signore degli Anelli si senta più affine, in modo da preparagli un personaggio, e gli date appuntamento alla prossima sessione, dove incontrerà gli altri membri del party.

Arriva quindi la sera della sessione, i veterani sono già al tavolo mezzora prima dell’orario di visita concordato, devono fare il warm-up dei dadi e dedurre, dopo varie calibrazioni, quali faranno alto e quali basso nelle successive 4/5 ore. Il novizio invece arriva con 5/10 minuti di ritardo, in rari casi puntuale, perché si è fermato a mangiare qualcosa da asporto. Non capisce come mai abbiate tutta questa fretta di iniziare. Ignora che, per gli altri giocatori, ogni minuto strappato alle loro relazioni affettive, per trovarsi regolarmente al tavolo, è il frutto di complesse trattative paragonabili alla redistribuzione delle zone di influenza alla Conferenza di Yalta.

Per venire hanno dovuto, nell’ordine: sobbarcarsi le pulizie domenicali; fare finta di divertirsi al compleanno del figlio di due anni della sorella/migliore amica della moglie/compagna; fare il giro dei casari e delle cantine di qualche paese montano, praticamente disabitato e con castello diroccato, consigliatole da un malefico collega che, nemmeno tanto velatamente, ve la vorrebbe trombare; analizzato le marche di deodoranti e riso venere da Natura Sì, prima di portarla a cena al vegetariano; visitato la mostra del Perucchio, giovane pittore fiammingo suicida del cinquecento, che non riusciva a sbarcare il lunario (e guardando i dipinti deducete il motivo, per convenire che ha fatto bene e, anzi, avrebbe dovuto compiere l’insano gesto anche prima).

Dopo tante vessazioni, fiutando la libertà come il nipote dello schiavo di Radici, i veterani vogliono “sdadare” tutta sera, senza, e sottolineo senza, ritardi sulla tabella di marcia.
Storcerebbero il naso solo per il ritardo, ma siccome il novizio consente il “numero legale” per giocare, si fingono amiconi della prima ora e, anzi, gli offrono anche la birra del discount (quella artigianale 16 luppoli cioccolatata è ancora nascosta nello zaino). Il novizio del resto deve durare le prime due ore e fungere da scudo umano, tanto, una volta avviata la sessione, il Santo DM dovrà comunque portarla a termine, anche dovessero esserci delle perdite durante l’azione.

Gianmaria, il novizio raccattato per l’appuntamento, è un giovane siculo che è venuto al nord per completare la Specialistica di Ingegneria e vi guarda con amore e tenerezza. Al suo paese, quando mostrava il D8 agli sconosciuti erano pizze in faccia automatiche. Voi invece gli prestate i dadi e pure gli versate la birra, pensa insomma di trovarsi nel Nirvana. Ha scelto di fare l’elfo mago, perché gli piacevano sia Legolas che Gandalf, e deve ancora realizzare che rispetto agli altri è una mezza caccola sacrificabile all’altare del primo dio del male.

I veterani sorridono pensando di tenerlo in pugno e anche il DM è contento della sua scelta, finché il novizio non si dimostra per quello che è, ossia un generatore casuale di domande su dettagli inutili, urletti di stupore, gomitate fraterne e periodi ipotetici.

Alla venticinquesima volta che Gianmaria chiede: “Masta, ma se peccaso salto sulla bigga mentre i cavagghi stanno galoppando, rischio di cadere?” il DM sbotta: “Master, non Masta! Eppoi mi devi dire cosa fai, non chiedermi cosa succede se fai un’azione. Il risultato lo vedi dopo, è chiaro?”. “Ok, ok, è chiaro.” Allora tira il D20 e dice (senza applicare modificatori), “Ho fatto 20, devo fare alto o basso?”

Già perché a dispetto dei veterani, il novizio ha un culo fotonico, praticamente ogni dado che tira sembra avere solo una faccia, quella col risultato più alto concesso dal poligono. Alla quinta critica, dopo essersi salvato dal soffio del drago che ha incenerito due PG storici, saltato con leggiadria 3 trappole mortali, Gianmaria è indigesto al tavolo come una scodella di bagnacauda alle 3 del mattino col cornetto alla crema.

“Ragazzi, che figata!” dice verso le quattro del mattino, quando ormai nel labirinto ha attivato ogni sorta di mostri e trappole e i personaggi dei veterani sono ormai dei ricordi su fogli a quadretti strappati: “Quand’è che ci ritroviamo?”.
Ma ormai la sua voce è un eco sordo nel buio del cunicolo…

9 commenti:

  1. Ormai siamo giocatori talmente "vecchi" che non ci ricordiamo più come eravamo noi da novizi..... Noi che, quando non si era nel numero giusto per giocare (che a quel tempo non era minore di 6 giocatori più il Master), si passava ore a discutere del gioco ed immaginare la fantomatica edizione Advanced di Dungeons & Dragons che si vociferava in arrivo i Italia....ma che poi ci siamo ridotti ad imparare l'inglese per giocare ad una copia portata da un nostro amico dall'Irlanda...... noi che comunque, a pensarci bene non eravamo "pedanti" (mi autocensuro :) come Gianmaria....... diciamo che forse leggere un solo manuale di una trentina di pagine ha aiutato molto a capire il gioco, rispetto al Tomo Biblico che dobbiamo sorbirci ora.....

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    1. Ciao Shadar,

      È vero, noi si era giocato al D&D base, ancor prima a Uno Sguardo nel Buio, quindi avevamo solide basi.
      Ci tuffavamo di gioco in gioco, senza farci scoraggiare da una lingua differente, che nessuno di noi aveva ancora studiato per giunta.
      Ricordo i pomeriggi, tutti assieme, coi dizionari alla mano per capire il ThAC0.
      Un mio amico si prese l'incombenza di tradurre i titoli di tutti gli incantesimi ed ecco spuntare l'indimenticabile Rimuovi Corse (Remove Curse).
      Ci siamo fatti unghie e denti su quei meravigliosi manuali.

      Lungi da me, tuttavia, rimproverare i più giovani: non tutti sono come Gianmaria.
      Ho ragazzini di 10 anno che si fanno venire il sedere quadrato a furia di stare ore sulla sedia. Sono i nuovi eroi, che porteranno avanti le nostre parole.

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  2. Io ricordo che mollai il mio gruppo storico perché mi ero stufato che non si potesse giocare seriamente ma soprattutto perché il nuovo Master, oltre a non conoscere bene le regole, continuava come quello di prima a farci le avventure di Ravenloft di livello 5-7 (minimo) a inizio della campagna!
    Come scusa (ma era vero) approfittai del fatto che in quel periodo davo una mano a degli amici ad allestire uno spettacolo teatrale e il venerdì sera lo impiegai così.
    Gdr e donne non sono incompatibili, checché ne dica Marilyn Manson ("Se ogni sigaretta ti toglie 7 minuti di vita, ogni partita di D&D sposterà di 7 ore il momento in cui perderai la verginità"): la mia prima ragazza ufficiale la trovai incidentalmente proprio tramite un amico con cui giocavo!

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    1. Eh, ecco la triste storia di un giocatore che voleva prendere un gioco seriamente.

      Giusto comunque prendersi una pausa, se le cose non funzionano.il gdr è un gioco di relazioni, e come queste non tutte si sviluppano con reciproca soddisfazione.

      Su donne e gdr concordo, ma la mia era più un'ironica riflessione sulla fuga di cervelli, che la constatazione della ritardata scoperta del sesso.

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    2. eh sì, alcuni mi dicevano che prendevo il gioco troppo seriamente... però, dai, va bene sparare qualche minchiata ma dopo un po' uno si stufa! Se poi non fanno nemmeno ridere...
      Bello rivederti a queste latitudini con questa rinnovata frequenza, tra l'altro!

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    3. Ahah, grazie!. Anche per me è un piacere ritrovarvi, e sono serio!

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    4. eh, ma se sottolinei che sei serio a uno può venire il dubbio che lo prendi in giro :D

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  3. Sempre gustosi e interessati gli articoli del buon Mattia. L'unico difetto è che sono... rari!
    Da un paio d'anni ho ripreso a giocare con un gruppo di "veterani" della scatola rossa: niente griglie da battaglia, niente miniature, niente righelli per determinare lunghezze e aree d'effetto di incantesimi e del soffio caustico del drago nero di turno. Tutto affidato al buon senso e alla decisione del DUNGEON MASTER.
    In gruppo abbiamo un paio di neofiti (ormai non più tali, dopo due anni di gioco): mia moglie che ammazza tutto quello che vede con la sua ranger fumantina e mio nipote di 15 anni (che adesso è un po' meno assiduo al tavolo: causa ormoni di cui al punto A dell'articolo).
    In precedenza avevo organizzato alcuni gruppi, quando ancora c'era la Terza Edizione (la quarta non la considero neppure). Purtroppo, il regolamento era la manna dei rules-lawyers e dopo un po' mi sono stufato di giocare anche un'intera serata per un combattimento contro micragnosissimi goblin sulla griglia di battaglia ... somigliava ormai a un gioco tattico che al GDR dei bei tempi andati (... mentre mi rileggo, mi accorgo di essere davvero un babbione d.o.c.).
    In ogni caso: grande articolo, continua così Mattia!

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    1. Eh, caro Mauro,

      effettivamente sono diventato distratto. Ma soprattutto non mi arrivano le notifiche dei commenti...

      Scrivo meno, perché ho meno argomenti da trattare, cose interessanti da dire, insomma.
      Avrei qualche idea, ma per trattarla seriamente ci vuole un po' di tempo, merce preziosa che ultimamente non trovo.

      Del tuo gruppo mi avevi già raccontato, a giudicare da ciò che vedo durante le AL i ragazzini crescono in fretta, e infatti sono curioso di riabbracciarli dopo l'estate, momento miracoloso durante il quale c'è sempre una svolta. Se i miei ricordi sono ancora validi ci potrebbe essere: un piccolo bruciante amore estivo, un'immersiva lettura piena di spunti, un viaggio che rimane per sempre. Qualunque sia l'esperienza, spero di trovare materiale umano cresciuto, sul quale lavorare al meglio.

      Circa la terza edizione, bè, l'ho detto mille volte è stata quella dell'addio, ora arrivederci. Troppe regole non facevano per me.

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