mercoledì 6 dicembre 2017

De Kata Kumbas e la Porta di Livello che ho ritrovato aperta a Lucca 2017

Cari Tutti,
 
allo scorso Lucca Games avevo qualche soldo in tasca da spendere in tranquillità. Nella testa l’idea era di comprare il manuale del giocatore della 5a edizione, finalmente in italiano, ma purtroppo per me, e per gli altri visitatori che si aggiravano sconsolati per lo stand della Asmodee, il pallet sul quale erano originariamente appoggiati i libri risultava desolatamente vuoto. La voce che circolava in fiera, vera (1-3) o falsa (4-6) che fosse, era che in origine il lotto disponibile fosse di 3/400 copie.
 
Ad ogni modo, quando hai 50 euro in tasca e sei intenzionato a spenderli non c’è fondo pensione che tenga, devi assolutamente trovare un altro modo per investirli. Ecco qua un bel dilemma!
Appesantito da cotanta carta moneta ero l’opportunità che ogni espositore dovrebbe raccogliere. Durante il mio peregrinaggio agli stand, intervistando i vari autori, uno solo è riuscito a farmi un discorso che mi incuriosisse a tal punto da indurmi a comprare il suo prodotto. Il nome di questa persona, gira da un po’ di tempo nel mondo del gioco, è Umberto Pignatelli.
 
L’arte d’Umberto, non so se ne sia conscio o meno, la posso esprimere in alcuni punti:
 
1.      anzitutto, quando parla non si fa prendere dall’ansia (ovvero non comincia a smitragliare parole come uno gnomo tinker);
2.       esprime pochi concetti, ma chiari;
3.      fornisce riferimenti letterari per indirizzare l’interlocutore, miscelando sapientemente ricerca storica e fantastico;
4.       non lo fa con spocchia, anzi;
5.       non sputazza e non ha l’alito fognato;
6.      le altre parole che spende sono per spiegare quello che caratterizza il suo, dagli altri prodotti.
 
Kata Kumbas - edizione selvaggia -
Perfetto: 40 parole, 2 concetti chiave, un pizzico di simpatia e nasce la voglia di approfondire la discussione. Potenziale acquirente agganciato!
 
Nella fattispecie stavamo commentando la sua ultima fatica: il torneo della regina Bella, un librogame. Dunque, adesso proferisco parola di demonio, sappiate che non sono mai stato un patito di questo genere. Già da ragazzino, a 11-12 anni, li trovavo un filo limitanti. Era la fine degli anni ’80 e, differentemente da me, i miei amici ne andavano pazzi. Tale era la passione del gruppo che, quasi per gioco, ne avevamo creati di nostri, privi di paragrafi scritti, dove esisteva solo una mappa abbozzata e qualche nota generica. Ci cimentavamo allora, in una simulazione uno contro uno, nell’esplorazione di quei mondi amatoriali circoscritti. Non essendoci un regolamento a supporto il gioco era un semplice dialogo tra il creatore della mappa e l’esploratore, il cui personaggio aveva caratteristiche simili a quelle del protagonista di Lupo Solitario. Un paio di noi avevano svolto il ruolo del creatore mettendo giù i rudimentali cardini di una tomba, una piramide, ecc. A cospetto di tanto lavoro portavamo in scena una sorta di quelle che poi sarebbero state vendute con l’appellativo di one-to-one. L’esperienza era molto più appagante rispetto a quella di un normale libro gioco, o così pareva a me. Era un primo passo verso Uno Sguardo nel Buio che, quando arrivò, coincise con lo scemare del nostro interesse per i librigame.
 
Ora, nel 2017, grazie alla serie dedicata a Kata Kumbas ho scoperto una passione che non mi apparteneva. Ho già completato il primo capitolo delle avventure di Ugger, il Cavaliere della Porta (qui la recensione di Mauro Longo e qui quella di Luca Lorenzon), e sono a buon punto col secondo. E mi diverto! Ridacchio da solo come un bimbetto, infatti la penna di Umberto non è proprio male. Cosa balza all’occhio?
Anzitutto una scelta lessicale ricercata, che mi fa supporre la preparazione di un corpus appositamente pensato per il tipo di ambientazione. Ne fanno parte parole di un italiano desueto, utili ad arricchire la proprietà di linguaggio dei più giovani. Qualche esempio: verziere, segaligno, ecc.
L’altro pregio dei librigame di Kata Kumbas sono le illustrazioni che l’accompagnano, opera di Francesca Baerald, prossima al livello di Giovanni Cavassori (sull'artista della seconda edizione di Kata Kumbas trovate qui qualche curiosità), ma perfettamente integrate col testo, a tal punto da essere parte del gioco-avventura. In esse spesso si nascondono dettagli utili a fornire ulteriori opzioni al lettore, indirizzandolo a tracce fantasma, altrimenti non esplicitate alla fine del paragrafo come tradizione vorrebbe.
Infine non si usano i dadi, più importante risulta la gestione risorse del proprio alter-ego. Proprio un bel lavoro Umberto!
 
Come potete ben immaginare, affabulato dal venditore Pignatelli, mi sono trovato a comprare tutto lo scibile del nuovo Kata Kumbas, ricevendo nel pacchetto anche il regolamento di Savage Worlds. Non scrivo una recensione dell’italica ambientazione per il sistema generico, in quanto ci ha già pensato Luca Lorenzon sul suo blog “Che cosa sono le nuvole”. Se non ne sapete nulla, vi consiglio di leggerla prima di proseguire la lettura, perché darò per scontato quanto detto di positivo (e negativo) nella sua analisi, soffermandomi solo su alcune personalissime riflessioni.
 
Anzitutto, c’è veramente un sacco di buon materiale nel nuovo Kata Kumbas, che denota:
·        un amore sincero degli autori negli adattamenti e nelle nuove avventure originali,
·        la volontà di colmare i buchi che l’ingenuità del prodotto originale lasciava ai volenterosi Ludi Magister.
 
Quello che secondo me funziona pochino è l’architrave, il regolamento sulla quale fa perno l’ambientazione. Savage World è un regolamento recente che ha saputo far sintesi di una serie di meccaniche collaudate, provenienti dal passato. E ha il pregio di poter essere adattato a qualunque ambientazione.
Ma, ahimè, non è in grado di fornire il giusto respiro a Kata Kumbas, il quale sistema splendeva soprattutto grazie agli archetipi delle classi. Chi ben ricorda addirittura la generazione delle caratteristiche dell’alter-ego variava a seconda della classe prescelta e in un qualche modo anticipava la crescita proposta dalla 3a edizione di D&D (chi non rammenta il 5° livello, in teoria il punto intermedio nella carriera del personaggio, che portava in dono un potere particolarissimo o un oggetto incantato potentissimo?).
Savage World, pur col suo validissimo regolamento, appiattisce tutto questo processo, togliendo una bella fetta di divertimento che derivava dalla caratterizzazione delle Stirpi.
Mi azzardo a scrivere che un’operazione simile a quella della Cubicle7 per Adventures inMiddle-Earth (edito ora come Avventure nella Terra di Mezzo dalla Need Games), dove si è utilizzata la licenza libera della 5a edizione per adattare the The One Ring, sarebbe stata più opportuna.
Proprio come in Avventure nella Terra di Mezzo sarebbe stato necessario tagliare completamente la magia (per mantenere il tono low magic) e le slot d’incantesimo, chissà ridurre i livelli d’avanzamento al 10°; forse si sarebbe potuto introdurre il concetto di Punti Mana, lasciando aperta al Mago la possibilità di pagare gli incantesimi - 20 come nell’edizione E-Elle erano più che sufficienti - con i Punti Vita una volta esauriti quelli magici (o approfittare della regola della Exhaustion/Spossatezza), esattamente come nel regolamento originario. Queste sono alcuni dei pensieri che mi frullano per la testa, quando penso a Kata Kumbas nell’edizione del millennio.
 
In conclusione c’è insomma un bel prodotto, un’ambientazione validissima e caciarona, che sfrutta un motore non azzeccatissimo alla rappresentazione del gioco originale. Risulta per questo poco gradevole? No, anche le nuove generazioni possono per fortuna calcare nuovamente Rarte, ma l’esperienza risulterà in qualche modo differente. E questo secondo me è un po’ un peccato.
C’è però anche una serie di librigame che potrete godervi in solitaria, magari sotto all’albero di Natale con un punch al mandarino caldo e un torroncino da sgranocchiare in bocca. Qui garantisco che Laitia trasuda dai pori di ogni singola pagina. Io ho varcato la porta di livello e sto benissimo! Vi consiglio il viaggio, low cost, ma che vi porterà lontano.

10 commenti:

  1. Carissimo Mattia, bentornato fra noi (che poi Lucca era un mese fa, potevi pure scrivere prima! Peccato non esserci incrociati in quella bolgia, ma già la più pacata Modena ha dimostrato le difficoltà nel coordinarsi)
    Kata Kumbas è un mio mito personale, come avrai intuito dai post, e sono contento che sia stato rimodernato da una persona appassionata e competente come Pignatelli. Certo, non è "quello di una volta" e il sistema di Savage World come tu stesso hai sottolineato può essere un po' stridente con quello a cui eravamo abituati, per quanto imperfetto.
    Io questo nuovo librogame non l'ho preso. Faccio come le ragazzine di Liverpool che boicottavano i dischi dei Beatles nella speranza che i loro idoli non abbandonassero la città: basta librogame, io voglio materiale d'ambientazione per KK!
    Tra l'altro nel gruppo storico con cui portiamo avanti durante le festività la campagna di D&D Classico ho fatto serpeggiare qualche riferimento a Kata Kumbas, e chissà che un girono non ci si giochi di nuovo...

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    1. Ciao bello, grazie del bentornato, ma sono sempre stato tra voi! 
      Hai ragione a redarguirmi, ma non ero molto ispirato di recente. Prima di scrivere due righe poi, volevo riflettere un poco sui miei acquisti, esperirli. Il tempo passa velocemente, è quasi incredibile quanto. Vedersi a Lucca sarebbe stato impossibile, tra l’altro sono capitato un Venerdì di pioggia. Ma ci si riprova a Play, magari proprio allo stand di Kata Kumbas per saggiare le novità! Sempre che tu non vada a Milano per la riunione dell’Adventurers League italiana, allora ci si potrebbe vedere prima. Ci sono un paio di Epic, sono sicuro ci si divertirà!
      Kata Kumbas è sicuramente un’icona ormai, non ci piove. Aldilà dei criticismi, è sicuramente bello averlo di nuovo con noi, qualunque sia l’incarnazione. Ma sono fatto un po’ così, anche su TripAdvisor controllo le criticità, più che i commenti 100% positivi in modo da sapere cosa mi aspetta.
      Prima di Natale stai sicuro che ci risentiamo, se non succede qualcosa ho almeno un articoletto in canna.

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    2. Io quel venerdì avevo pure l'influenza...
      A presto allora!

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  2. Tanto per la cronaca, io a Lucca ho preso di AD&D seconda edizione i due fascicoli della Magic Encyclopedia e il Complete Spacefarer's Handbook, oltre all'ultima uscita di Sine Requie.

    L'amico che mi ha raggiunto là, anche a seguito della mancata partecipazione dell'Epic di Modena, si è fatto praticamente ogni giorni un torneo di gdr!

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    1. Magic Encyclopedia? Quanti volumi? Erano 4 per i maghi e 3 per i preti!

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    2. Quella era l'Encyclopedia Magica, 4 volumi con tutti gli oggetti magici fino al 1995, se ricordo bene ;)
      C'erano anche i tomi sugli incantesimi che citi tu, ma non ricordo come si chiamavano.

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    3. Ah, ho visto il libercolo! Non l'ho nemmeno mai sfogliato.

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  3. Grazie della review! Al punto 5) sono morto dal ridere :).

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    1. Ciao Umberto,

      grazie a te per il lavoro che stai svolgendo.
      Sono contento ti sia fatto un paio di risate!

      Sono il ragazzo, se così si può dire, che era tornato indietro allo stand per chiederti si avevo lasciato lì le chiavi della macchina. La fine della storia è che poi le avevo lasciate a Modena, attaccate al quadro. All'arrivo ho trovato tutto lì come avevo lasciato :DDD

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    2. L'onestà dei tuoi concittadini è encomiabile.

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