Correva l’anno 1998 e, mentre 
Natalie Imbruglia con i suoi occhioni azzurri cantava Torn imponendo 
una serie di tagli corti alle teenager di mezzo mondo, Marco Pantani 
metteva a segno la doppietta Giro d’Italia e Tour de France e la Francia
 di Zidane si laureava campione del mondo in casa, imponendosi 3-0 sul 
Brasile di Ronaldo, usciva in italiano una trilogia di moduli dal sapore
 epico, o tale voleva esserne l'intenzione. Per completare i quadretto, la TSR aveva
 il fiato corto, il vero gioco di ruolo si faceva con il Mondo di
 Tenebra e il resto della comunità ludica si dilettava, già da qualche 
tempo, con Magic l’Adunanza.
Con
 questa contestualizzazione, da veri filologi del gioco di ruolo, avrete
 intuito che mi sto ovviamente riferendo alla saga della Spada delle Valli, di cui fanno parte l’avventura omonima, Il Segreto del bosco del Ragni e Il ritorno di Randal Morn, tutti usciti dalla penna di Jim Butler. 
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| La Spada delle Valli | 
Scrivo
 di questi moduli per due buoni motivi: primo, ho da poco terminato un 
ciclo di sessioni che hanno beneficiato di questo lavoro; secondo, in 
Italia era tra il primo materiale ufficiale disponibile e quindi è 
probabilmente una di quelle avventure giocate dalla classe di aficionados classe ’73-’82, specie se non anglofoni. 
Come ho anticipato è abbastanza evidente come il compito assegnato all’autore fosse quello di proporre a giocatori 
alle prime armi, con personaggi di basso livello, un’avventura diversa 
dal classico dungeon e di più ampio respiro. Il lavoro era sicuramente nelle corde 
di Butler, infatti il ragazzo firmò poi un box e un librone tra i più 
epici della seconda edizione, rispettivamente Netheril: Empire of Magic (1996) e Cormanthyr: Empire of the Elves
 (1996). Ovviamente la trilogia inglese fu pubblicata nel 1995, tre anni
 prima di quella italiana, motivo per il quale i due lavori menzionati 
poco sopra sono successivi alla prima fatica di Jim.
Ho
 fatto questa premessa per rendere un po’ di giustizia al buon Butler 
tuttavia, se alcuni credono che questa trilogia sia un buon lavoro, c’è una 
buona fetta che ritiene invece che meriti il termine di carta straccia. Se infatti siete 
giocatori di matrice gygaxiana storcerete il naso, fiuterete 
immediatamente tutti i tratti di un filone da voi poco apprezzato basato
 su di una grafica bambinesca, un plot pilotato guarnito d’incontri fin 
troppo semplici, al servizio del comandamento più odiato dai cultori del “pulp” e della morale ambigua: il dovere di salvare il mondo.
 A peggiorare la situazione, quello che sarebbe stato più logico vendere
 come un modulo unico, fu troncato in tre scarni libercoli, che lasciano
 veramente troppo poco a disposizione di un DM con una rispettabile 
esperienza .
Veniamo
 quindi all’intreccio, che scriverò in italico, chi volesse tentare la 
trilogia da giocatore eviti di scorrere queste righe:
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| Il segreto del Bosco dei Ragni | 
C’è
 da dire che le informazioni che sono arrivate a Lhaeo, non sono 
trapelate per caso. Il buon Randal è infatti prigioniero di Gothyl, 
un’arci-ombra che mira a diventare qualcosa di più potente (non si va 
mai in pensione nei mondi fantasy) e per questo ha bisogno, oltre che 
del sacrificio nel nobile rampollo, anche di buona parte degli alter-ego
 di coloro che siedono al tavolo da gioco. Ignari di questa trama, gli 
avventurieri saranno spediti prima a visitare un’antica tomba di un 
mago, poche stanze a dire il vero, nel cui feretro troveranno un indizio
 così nascosto da ricordare il “leggerissimo sospetto” che venne al 
mitico ragionier Fantozzi, quando la Sig.ra Pina si invaghì del 
panettiere tamarro Abatantuono. Infatti, legata all’elsa della Spada 
delle Valli, posto nel sepolcro di Sharaevyn il mago, c’è un pizzino di 
Gothyl che, facendo credere che sia lo stesso Morn a scrivere, spedirà i
 personaggi dritti dritti al Bosco dei Ragni. Qui, tra incontri con gli 
gnomi del locale villaggio, e l’esplorazione di una torre in rovina dove
 è sequestrato Randal, incontreranno per la prima volta Gothyl, che però
 gli si presenterà come lo spirito della Spada. L’ombra vorrebbe 
convincere i personaggi a toccare i crani di alcuni apprendisti morti, 
azione che imprigionerebbe il loro spirito in una giara magica, ma sarà 
interrotta dall’arrivo intempestivo di un contingente Zhentarim. Tutto 
quindi rinviato alla terza avventura, un po’ più strutturata a dire il 
vero, nella quale i giocatori saranno dirottati a Dagger Falls, per 
tentare la liberazione del principino. Ovviamente anche qui, bravi o non
 bravi, brutti o belli, alti e bassi, il gruppo sarà catturato e spedito
 in prigione dove potranno partecipare alla liberazione dell’inutile 
Morn. Ci saranno poi momenti di guerriglia, una battaglia con un piccolo
 esercito di orchi che vuole prendere la città, fino alla scontata 
vittoria dei nostri eroi.”
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| Il Ritorno di Randal Morn | 
Sono
 quindi tra coloro che considera la trilogia “carta straccia”? Seguendo l'italico paradigma del "volemose bene" mi limito a un non proprio. Insomma, integrata ad altro materiale, il gruppo col quale mi trovo è riuscito a mettere assieme 20 e più 
sessioni incernierate sull'idea di base di questi moduli. 
Rimane il fatto che presa 
così com’è, la trilogia della Spada delle Valli è consigliabile solo ad 
un pubblico di ragazzini di 11-13 anni. Se si valuta poi l’esperienza da
 gioco in rapporto all’esborso di danaro, non si può che sconsigliarne 
l’acquisto. All’epoca aveva l’indiscusso pregio di essere in italiano, 
ma con l’avvento della 3° edizione la scelta di moduli si è ampliata a 
dismisura, quindi, a meno che non siate fanatici dei Reami Dimenticati, 
dell’amarcord o non vi chiedano che pochi euro a modulo, passate oltre.
 
Sono sostanzialmente d'accordo con te (temevo anzi ne intessesti le lodi accecato dalla nostalgia canaglia).
RispondiEliminaMai giocate e solo lette, ricordo un certo divario tra le singole parti della trilogia, la prima veramente banale, la seconda niente di che ma con qualche spunto interessante (ho ancora in mente l'illustrazioni dello gnomo che spinge il ragno in gabbia) e la terza volendo anche piuttosto epica.
Non so come è stata effettivamente pubblicata in inglese, in italiano avevo fatto il computo delle singole pagine di avventura vera e propria, togliendo quindi illustrazioni e parti che si ripetevano come i nuovi mostri, e alla fine venivano fuori 48 misere paginette che avrebbero potuto benissimo costituire un unico modulo. Ma questo lo hai già sottolineato anche tu.
Ridicolo poi nella prima avventura chiamare "veterani" dei guerrieri del 1° livello (o forse dello addirittura dello 0°?), così come non ho affatto apprezzato il fatto che nel mini-dungeon si dovesse risolvere un indovinello!
Ciao Luca,
Eliminagrazie come al solito della partecipazione. Mi trovi assolutamente d’accordo sul valore, da te espresso delle singole avventure. In particolare il villaggio di Storpemhauder e i personaggi gnomi non giocanti, Madarn e Telimas, sono stati eletti, da comparse, a veri e propri protagonisti dal mio gruppo.
Ti garantisco che, se il modulo non è nulla di speciale in inglese, è stato addirittura impoverito in italiano. A giustificazione della 25Ed, bisogna dire che erano i primi colpi e che successivamente sfornato, a dispetto dei criticoni, degli ottimi manuali. Avercene di gente così disposta a tradurre la 5a Edizione!
Ma sto divagando, l’indovinello non mi ha scandalizzato più di tanto, piuttosto la rigidità dell’impianto mi ha fatto cadere le braccia. In ogni caso, è da considerarsi, così com’è, un modulo adatto a ragazzini ed è lì che poteva esprimere il suo valore. Altrimenti, come sempre si tende a fare, va rivisitato pesantemente.
Ottima recensione, su cui sono completamente d'accordo. Ti devo ringraziare per il commento che hai lasciato sul Gioconauta al mio post dedicato alla Rocca sulle Terre di Confine. Senza di esso, non avrei scoperto il tuo blog, che è subito entrato nella mia lista dei preferiti.
RispondiEliminaTornando all'argomento della recensione, non sono mai stato capace di apprezzare a pieno la trilogia di Daggerdale. Troppo legata a una serie di eventi ineludibili. Meglio, però, della trilogia su Marco Volo: Zelig trasportato nei FR!
Pur non avendola molto gradita né giocata (e, credo, nemmeno letta tutta) io non disprezzo la trilogia di Marco Volo che qualche spunto e scena interessante ce l'ha. Mi ha sempre dato l'impressione, però, di essere un progetto di Greyhawk riadattato per Forgotten Realms. Vedi la scenetta con gli dei alla fine...
EliminaBuongiorno ancora,
Eliminae grazie della fiducia verrebbe da dire. Maurino, due commenti significa che devi perlomeno presentarti e dire dove stai scrivendo (anche perché Play è vicina e magari fai una capatina).
Detto ciò, ti confesso che possiedo per spirito collezionistico della trilogia di Volo, ma… non l’ho ancora letta. Non so se rientrerà nelle mie prossime letture serali, ma Natale sta arrivando, carico di ferie, quindi chissà!
Magari butta giù tu, due parole…rimango in attesa.
A presto!
Con molto piacere, Mattia :)
EliminaScrivo da Rimini e sono un appassionato di D&D e dei giochi da tavolo fin dagli anni '80. La scoperta di D&D è iniziata leggendo un trafiletto sul Topolino e con l'acquisto della Scatola Rossa una giornata d'estate, mentre accompagnavo la mia mamma per lo shopping a Milano, nel reparto giocattoli della Rinascente. Fu la folgorazione! Da allora ho giocato praticamente quasi tutte le ambientazioni della TSR (anche Spelljammer) e, sebbene abbia rallentato molto la mia produzione di avventure (sempre stato DM), ogni tanto scrivo ancora qualche scenario. L'ultimo risale a quest'estate, ambientato nella cittadina di La Soglia nel Granducato di Karameikos.
Se ti va di dare un'occhiata ai miei lavori, ho pubblicato sul mio blog un paio di avventure che utilizzano le regole della 3.5 a questo indirizzo:
https://homoludicusblog.wordpress.com/download/
... e Modena, in effetti, non è distante, sono due anni che ci vado come inviato di Gioconomicon.net e potrebbe essere un'occasione per bersi un caffé insieme e parlare del vecchio e sempre caro D&D.
Mamma mia,
Eliminama ce l'hai ancora il Topolino con quella pubblicità? Sarebbe un reperto storico!
Ti ho aggiunto ai blog da tener d'occhio!
Mi viene un'altra curiosità. Se sei un inviato di Gioconomicon, non è che partecipasti ad un seminario di Monte Cook 3/5 anni or sono? Magari eravamo nella stessa aula...
Purtroppo quel Topolino l'ho perduto nei traslochi vari e, allora, non avevo idea di cosa si trattasse. Ricordo che, leggendolo, avevo pensato a un nuovo gioco in scatola a tema Fantasy, che mi piaceva (e mi piace) tantissimo ... infatti appena aperta la scatola rossa sono stato uno di quelli che ha detto: "ma il tavoliere di gioco e le pedine dove sono?"
EliminaRiguardo Modena, no, non partecipai al seminario che citi, anche perché allora non andavo ancora a Modena. In questi ultimi anni con Gioconomicon mi assegnano i giochi da tavolo in uscita, perché c'è un altro ragazzo che si occupa in maniera stabile dei GdR ... anche per questo mi piace avere iniziato la collaborazione con Gioconauta nella rubrica Old School Corner ... Anzi, la prossima settimana dovrebbero pubblicare un altro mio intervento che cerca, almeno in parte, di spiegare il mio metodo di creare gli scenari. Avrei proprio piacere che, dopo averlo letto, tu mi potessi dare una valutazione spassionata da esperto.
Ehehe, sì capisco l'arcano interrogativo del tabellone mancante! Perchè proprio a me la copia fallata! :D
EliminaIl seminario era a Lucca, ma fa lo stesso, avremo altre occasioni di scambiare due parole dal vivo.
Ovviamente ti seguo, vedrò di leggere il tuo articolo e commentare, indicando qual'è la mia prassi.
Buona giornata.