lunedì 24 marzo 2014

Racconti di Taverna - direttamente dall'Elfo Nero, le cronache del menestrello Licentious

Una delle rubriche che avevo in mente pretendeva di recensire, in maniera ironica, i comportamenti dei partecipanti ad una sessione di rpg. A chi non è capitato, da appassionato di giochi, di condividere le disavventure del proprio gruppo con un altro giocatore, di commentare degli aneddoti e di ridere, o maledire il Master, quasi che le sventure che hanno cancellato le esistenze dei propri (o meglio ancora, degli altrui) personaggi fossero esperienze reali. Essendo un gioco di comitato, non si ha mai il pieno controllo della situazione. Si è, al contrario, in una famiglia allargata, costretti a discutere le proprie azioni con la squadra di cui si è parte. I giocatori sono però creature bizzarre e non si può mai realmente sapere chi si cela dietro all’apparente mollusco che ci siede a fianco.

Queste memorie risuoneranno nuovamente qui, nella taverna dell’Elfo Nero, una delle rubriche di Kaos che più mi divertivano tanti anni fa. Per questo primo articolo mi accontento di copiare il contenuto del numero 1, restituendolo alle folle (ma de che, aho?) che popolano il web. Buona lettura e alla prossima!


Una sera tanto tempo fa, in una taverna lontana lontana...STORIE DALL'ELFO NERO compilate dal menestrello Licentious
Di tutti i posti malfamati del Multiverso, c'è n'è uno particolarmente infame: l'Elfo Nero. Una locanda frequentata dalla peggiore feccia di innumerevoli mondi, individui spregievoli che vivono accoppando mostri, rubando tesori e approfittando di povere fanciulle indifese con la scusa di salvarle dai loro rapitori. Questi biechi criminali di fronte ad un boccale di birra, di sidro, o di altre sostanze ancora peggiori, si sciolgono la lingua, e cominciano a raccontare storie inverosimili (e spesso inventate) di mirabolanti imprese. Tendete l'orecchio, avventurieri in erba... Chissà che tra tante fole non riusciate a cogliere qualche suggerimento utile per la vostra carriera.





La taverna dell'Elfo Nero
"BURPPP! Bona, 'sta birra! Dammene ancora, oste!" esclamò Bullo, facendo rotolare qualche moneta d'argento sul tavolaccio di marmo. Kappa, il laido oste dell'Elfo Nero, diede un'occhiata casuale alle monete, mentalmente contando a quanti boccali corrispondessero. Stava per intascarle, quando notò qualcosa di strano. "Sta a vedere che Bullo mi vuole fregare come quella volta delle monete di stagno" penso Kappa. Prese la lanterna e ne esaminò una da vicino.
"Hmmm... Queste sembrano proprio le monete dell'antico regno hobgoblin di Kuth. Dove le hai prese? Risalgono almeno a otto anni fa!"
"Ah, be', oh. Uhm. Ah, sì! Ecco. Vengono da una delle mie prime avventure, credo addirittura la prima, mi sa... Vedete, io ero là!"
"TU?!? Ma dovevi essere un bambino!" esclamarono sorpresi gli altri.
"Eh be' sì. Insomma quasi. Ma ero già abbastanza grosso e robbusto allora da menaje a tutti! Comunque non ci ho voglia di raccontarla. Burp!"
Un continuo brontolio, stimolato dal piccolo Akken, che conosceva benissimo la storia, si alzò dal tavolo: "Dai... Su... Racconta.... Non siamo qui per questo?"
Dopo cinque minuti di insistenze e altri due boccaloni Bullo sbottò: "Vabbè, vabbè, basta che ve zittate! Era primavera. Il quarto giorno di primavera. Passavo per la strada quando te vedo dei tipi che parlavano di un posto segreto. Mica tanto segreto, se sentiva quello che dicevano in mezzo paese. Insomma, dicevano che 'sto posto stava in mezzo alle montagne, pieno de tesori e de mostri, ma molto pericoloso, tanto che molti erano partiti..."
"...e mai nessuno era tornato" cantilenarono gli altri in coro. "Sì, ci sembra di averla già sentita qualche volta, questa storia!"
"Hrumpf! Pure io, ma allora era la prima volta. Ma me piaceva 'sta cosa der pericolo e der mistero. E poi stavo senza una lira. M'hanno prestato i soldi e m'hanno equipaggiato de tutto punto e siamo partiti...."

Presumo che questa esperienza non sia nuova per nessuno: il gruppo di principianti alle prese con la prima avventura in assoluto. La situazione può essere ulteriormente peggiorata dal fatto che, anche per voi, cari Master, si tratti della "prima volta". Eppure è un'esperienza importante, perché lascia sempre, in un modo o nell'altro, il segno. Supponiamo che voi non siate un arbitro del tipo "killer",ma che cerchiate, sempre all'interno delle regole, di dare una mano ai giocatori. Se il gioco piacerà alle reclute, avrete tutto il tempo di dimostrare la vostra cattiveria e perfidia nelle avventure future. 

Racconto di Bullo
I gradini erano umidi e i passi risuonavano sinistramente sulla scala che si inoltrava nell'oscurità. La timida luce della torcia scoprì una stanza quadrata di sei metri di lato, con tre porte, una di fronte agli avventurieri, una a destra e una a sinistra.
Dugorian, con la sua voce da nobilotto ubriaco, esortò il gruppo: "Allova, che cosa aspettate? Entviamo!"
Avanzarono con un sonoro sferragliare di piedi corazzati, poi cominciarono a esaminare le porte, una a una, prima di accorgersi che l'ingresso che avevano usato era quasi completamente chiuso da una pietra, che si stava silenziosamente sollevando da terra.

Meglio mandare qualcuno poco corazzato e capace di muovere silenziosamente (magari il ladro?) in avanscoperta, per individuare eventuali nemici. Nel contempo potrà cercare le trappole e, male che vada, ci cadrà dentro solo lui.
I cinque si guardarono l'un l'altro con aria di paura e di rimprovero: "Allora, Gorgosh, non hai controllato il pavimento, vero? Non vedi che questa pietra è smossa?"
"Ma, veramente, io stavo guardando le porte..."

Cercate trappole ogni volta che è possibile!

"Bah, fa lo stesso, datemi una mano per vedere se riusciamo a smuoverla." In quattro si misero a spingere la pietra, mentre Gorgosh il ladro osservava in disparte. Il loro lavoro, tra sbuffi e lamenti, fu interrotto dal sordo rumore di un corpo che cadeva. 

Quando effettuate attività che richiedono molto tempo, lasciate SEMPRE qualcuno di guardia, per evitare di farvi sorprendere!

Girandosi, notarono che la porta si era aperta e che da essa tre goblin con arco e frecce avevano trafitto e ucciso il povero Gorgosh. Preso dal panico, il terrorizzato Laffonis urlò: "Atran natrach, orgal onnos" e, un attimo dopo, i tre goblin dormivano come angioletti. Bullo se ne stava in un angolo, con le armi sguainate, borbottando tra sé e sé: "Porca polenta, non era proprio il caso di sprecare 'st'incantesimo così contro tre sgorbi. Magari, poi, c'aveva solo quello".
Mai parole furono di peggiore augurio, perché pochi istanti dopo, sulla porta, si fece avanti un robustissimo gnoll con l'alabarda. Dugorian, finalmente contento di menare le mani, gridò: "Cavicaaa..." solo per infilzarsi contro la punta dell'alabarda.
Riuscì comunque ad assestare un colpo prima di lasciare questa valle di lacrime.

Attaccate in maggior numero possibile contemporaneamente (almeno i guerrieri!), evitando gli stillicidi. Al tempo stesso, non dimenticate di proteggere i personaggi più deboli, sopratutto i maghi e i feriti gravi. Concentratevi, se possibile, sul mostro più forte. Se non potete vincere, almeno finirete di soffrire prima...

Il mago estrasse la daga e, con uno sguardo pazzo, si lanciò all'assalto a sua volta; la sua sfortuna smisurata gli permise, unita alla sua proverbiale agilità, di resistere per quasi un minuto all'attacco dello gnoll...

Il comportamento del gruppo di Bullo è quello classico dei principianti. In pratica, nessuno sa che deve fare (qual'è quindi il suo ruolo) per cui il mago e il ladro vogliono combattere, usano tutte le risorse al momento sbagliato e non sanno valutare la forza degli avversari.

"E allora, sei rimasto solo? Contro uno gnoll? Come fai ad essere ancora vivo?"
"Bisogna avecce la testa, ragazzi. Lo sapete, no, che gli gnolli non so' granché furbi. Mentre il mago, pace all'animaccia sua, se faceva massacra', io ho mollato la torcia per terra e ho lanciato 'na moneta nell'angolo. Quando lo gnollo è entrato, attirato dal rumore, l'ho attaccato alle spalle colla spada corta... Ancora c'ha da capi' con che l'ho ammazzato."

Se la situazione è disperata e il mostro è stupido, provate a usare il cervello: qualche trucco potrebbe riuscire, specie con l'aiuto benevolo del Master. Se invece la situazione è disperata e il mostro è intelligente, spingetelo a parlare e contrattare. Chissà che non vi sia apra qualche scappatoia inaspettata! Male che vada, arrendetevi. meglio un avventuriero vivo oggi, che uno morto domani.

"Veramente brillante" disse sarcastico Gadoz, rigirando uno dei suoi dodici anelli magici "e poi come sei uscito?"
"Insomma, ho cercato un po' e ho trovato 'na leva. Ho provato a tiralla e, aho!, s'è aperta la porta. Ho arraffato tutto il tesoro che potevo, me so' riempito le tasche con quelle monete là che Kappa s'è intescato e me ne so ito de corsa. Ho pure fatto un voto che non mi sarei più imbrancato con sciagurato come quelli, ma, aho!, me sbagliavo. Infatti il mese successivo io e Squerian delle nove dita ce trovavamo..."
"Bevi, bevi che è meglio; questa storia ce l'hai già raccontata mille volte... Tu contro il drago rosso sa solo..."
"Che "bullata"..." aggiunse Kappa.
"Ma è vero! Che non me credete?"
Le urla di protesta dell'allegra brigata seppellirono il povero Bullo, che per il resto della serata non parlò più. In compenso, si fece altri dodici boccali di birra.

Morale
Molte di queste cose si apprendono con l'esperienza, ma potete comunque dare ai vostri giocatori alcuni di questi consigli per l'esplorazione dei dungeon e ricordarglieli spesso, magari dicendo: "Se aveste fatto questo e quest'altro, non sarebbe accaduto..." (Odiosissimo, n.d.r.).


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