La storia di questo
blog non è fatta solo di articoli originali, anzi si ciba spesso di articoli
curiosi o approfondimenti che considero autorevoli. Per avere autorevolezza non
bisogna essere una firma, spesso basta avere un pensiero chiaro, un po’ di
esperienza sulla materia e una decente abilità espositiva. Confesso poi di
tirare spesso l’acqua al mio mulino, mi concentro quindi su articoli dei quali
condivido il pensiero, piuttosto che elargire la “par condicio” che la politica
spesso invoca.
Una delle abitudini
che non sopporto, e che sempre con maggiore convinzione sono propenso a evirare
dai tavoli da gioco dove arbitro, è l’utilizzo del PC al posto della scheda
cartacea e l’impiego di mappe 2d per fare muovere le miniature come si
trattasse di giocare a Heroquest. Tollero questa metodologia di gioco per
sessioni estemporanee*, ma in una campagna vera e propria la trovo un’abitudine
disdicevole che non fa altro che rallentare la narrazione collettiva degli
eventi.
Forse per questo smisi
di giocare con la terza edizione e saltai totalmente la quarta, aprendomi solo
una decade più tardi lentamente e con diffidenza alla quinta.
Mi piace usare le
miniature, ma solo per tracciare visivamente l’ordine di marcia su di uno
striminzito A4 esagonato. Molto, molto raramente disegno mappe a misura di
miniatura, sono casi eccezionali; ogni mappa di dungeon prende vita, come Uno
Sguardo nel Buio prima e D&D successivamente mi insegnarono, su di un
foglio a quadretti di quadernone.
Mi sono quindi preso
la briga di tradurlo, perché il web pullula di articoli sulle nuove uscite, ma
raramente si ferma a riflettere sulla natura intrinseca di questo passatempo. Spero
di avere fatto cosa buona e condivisibile.
*Nota: in realtà faccio un'eccezione, se non addirittura consiglio l'utilizzo di miniature e mappe, quando al tavolo si gioca con bambini o ragazzini in giovane età, questo per aiutarli nel processo di astrazione e visualizzazione della situazione proposta.
Una prospettiva differente: togliere le miniature ha salvato Dungeons and Dragons?
Dungeons & Dragons non è mai andato così bene,
grazie all'ondata di show alimentati dalla nostalgia come Stranger Things e
l'Old School Renaissance, la popolarità dirette video di sessioni di gioco e
una base di giocatori più ampia che include donne. Ci sono fattori molteplici a
contribuire a questo successo, ma uno degli elementi vincenti è che D&D non
richiede più miniature per giocare una sessione. Ma sono mai state realmente
necessarie?