domenica 14 gennaio 2024

REF5 - FORGOTTEN REALMS - Lords of Darkness e la scomparsa di Jennell (Paul) Jaquays

Salve a Tutti,

scrivo questo post di getto, perché ieri sono venuto a sapere della scomparsa di un'autrice che ha tracciato un segno, e mi ha permesso - da giocatore - di toccare il terreno di una nuova maturità creativa.
Se devo tanto a George R. R. Martin, tra chi mi ha preso per mano nel rinnovato interesse per il fantasy e il GdR è doveroso citare Jennell Jaquays, nata Paul. 
Non ho voglia di entrare nelle vicende personali di Jennell, ma per comprendere quello che ha scritto, e siccome non tutti sono cultori sfegatati di D&D, bisogna pur chiarire che nasce uomo, ma vive un'identità che non sente propria. Per fortuna, durante la sua esistenza riuscirà a sbocciare in quello che si sentiva realmente di essere.
La seguivo da anni su Facebook e mi era capitato di scriverle almeno un paio di messaggi per ringraziarla del suo contributo al compendio REF5 - Lords of Darkness (1988), nel quale si trovano due scenari partoriti dal suo ingegno: Ghouls and Ghasts e Mummies.

Jennell è conosciuta principalmente per i suoi lavori agli albori del nostro hobby, quando la Judges Guild produceva materiale compatibile per D&D. Il suo nome è di solito accostato a  Caverns of Thracia (1979 - Le Caverne di Tracia) e Dark Tower (1980 - La Torre Oscura).
Ha anche collaborato ad uno dei boxed set della 2a Edizione, la famosa Dragon Mountain, della quale è copertinista. All'interno invece le illustrazioni sono di un certo Tony DiTelizzi, di recente in visita a Lucca Comics and Games. 
A quanto ho letto è stata anche attiva all'interno della comunità dei videogiochi, ma non parlerò di quello che non conosco.

Torniamo quindi al motivo di questo post e di quello che ho potuto provare tra la produzione di Jennell. E qui vengo a Lords of Darkness. 
Chi mi ha letto in passato sa che la mia vera passione sono le raccolte di avventure. Specie adesso che gli impegni quotidiani non favoriscono il tempo libero, avere a mano brevi scenari di poche pagine mi permette di intavolare una serata con gli amici senza diventare matto.
Ricordo che i primi moduli di D&D contavano 8 pagine appena (la G1 ad esempio), diventate poi 16, per raggiungere lo standard - durato quasi tutti gli anni '90 - di 32.
Le avventure contenute all'interno di REF5 hanno una lunghezza simile a quelle di Dungeon magazine. Nella fattispecie "Ghouls and Ghasts" è sei pagine, mentre "Mummies" è lunga otto. A queste va aggiunto un approfondimento a fine libro su ciascun tipo di antagonista non morto. 
La curiosità, a ben vedere, è che Jennell si occupa  di due tipi di non-morti che non risiedono nel Piano Negativo (delle mummie si è ampiamente dibattuto e, no, sono ancora collegate al Piano Materiale), e questo chissà perché, in maniera romantica, mi fa pensare ad una preferenza per tutto ciò che c'è al confine tra un momento e un altro della vita.

I miei giocatori, in particolare, hanno provato Mummies, ambientata nel deserto di Anauroch. Il plot è semplice: i PG incontrano un elfo grigio morente che dice di essere un rappresentante del Consiglio di Evermeet; le sue ultime volontà sono che il gruppo si accolli la responsabilità di recuperare due pergamene dorate - il cui contenuto verranno a sapere solo a missione compiuta -, prima che esse cadano nelle mani sbagliate. Inizia così la corsa alla tomba di Hsssthack, per anticipare una banda di uomini lucertola. Forse ho già anticipato troppo, ma bisogna anche suscitare un po' di curiosità nel lettore.
Si tratta di un bel dungeon, coerente, che, se giocato col regolamento originale, offre diverse insidie mortali.
C'è però un insegnamento più importante che Jennell lascia ai lettori e lo si trova nella prefazione di Ghouls and Ghasts: è la definizione di orrore. La riporto di seguito liberamente tradotta.

Jennell Jaquays
"Ci sono molte cose che gli uomini non dovrebbero vedere, e assistervi tende a metterne a prova le loro menti, logorandoli. In genere ciò non avviene quando i personaggi incontrano un mostro per la prima volta. Essendo avventurieri si aspettano si aspettano di vedere dei mostri. L'orrore travolge coloro i quali assistono alle conseguenze che un mostro ha su di un loro compagno, o quando realizzano la spietata verità di qualcosa: è allora che la paura potrebbe instillarsi nei loro cuori."

Nemmeno King nella prefazione di A volte ritornano mi ha fatto riflettere tanto sul concetto di paura. Non è la creatura in sé o la mostruosità che ci spaventa, ma constatarne gli effetti che esso provoca, temere di fare la medesima orribile e disgraziata fine.

Quando penso alla REF5 realizzo quanto abbiamo perso lungo la strada. Capisco perché, quando giocavo alla 2a Edizione, non ho mai utilizzato i non-morti, che invece sono diventati tra i mostri che più utilizzo nella 5a.
Il motivo è semplice, i non-morti erano creature pericolosissime. Non c'era bisogno di regole per far cacar sotto i giocatori, questo perché avevano poteri terribili, il peggiore dei quali era l'Energy Drain. Cosa può terrorizzare di più un giocatore di vedere risucchiati dei livelli al proprio Personaggio a seguito di un semplice tocco, senza Tiro Salvezza per giunta?
Direi nulla. 
E se l'Energy Drain era il culmine del terrore dei giocatori, c'erano l'invecchiamento del Fantasma, il risucchio di Forza delle Ombre. Con i non-morti - ammesso che avessi armi magiche per colpirli - c'era sempre da stare sul chi va là. 
Ecco spiegato come mai l'abilità principe del chierico della scatola rossa era scacciare non-morti, e non quella di curare ferite. Se ricordate infatti il prete al primo livello non aveva incantesimi, ma poteva scacciare utilizzando il suo simbolo sacro. Era, in effetti, molto, ma molto più importante quella funzione nel gruppo.

Con queste poche riflessioni, buttate giù alla rinfusa sull'onda dell'emotività, spero di aver dato giusto ricordo di Jennell, e di ciò su cui mi ha fatto riflettere.
La morte non è mai un passaggio facile, né da affrontare, né da accettare, ma anche vivere in un limbo, in equilibro tra due mondi diversi è difficile, e richiede molta, molta volontà.

Ai posteri, al terra ti sia lieve Jennell.

7 commenti:

  1. Ho saputo ieri o l'altro ieri della sua scomparsa e volevo scrivere qualcosa al riguardo, ma non sarebbe stato "sul pezzo" essendo la dipartita avvenuta già da qualche giorno.
    Uno dei pennelli che mi piaceva di più (ti ricordi quell'illustrazione del lich che esce dal canale per Mystara o la copertina della Guida dei Vampiri di Ravenloft?) e come giustamente ricordi una delle prime persone a occuparsi di gdr, credo che avesse prodotto quella che fu la prima fanzine del settore.
    Non ricordavo che anche lei aveva contribuito al fantastico Lords of Darkness, uno dei pezzi migliori per Forgotten Realms secondo me (che invece non amo affatto le raccolte di avventure!).
    Tutto giustissimo e condivisibile sui non-morti "old style": nella campagna B10 che in teoria staremmo facendo da anni il chierico del gruppo si inventa gli ordini di marcia più creativi per risultare sempre in mezzo ed evitare il contatto con eventuali wraith e cosacce così! Il mio Forester invece è stato risucchiato di un livello in quel della valle perduta di Hutaaka...
    Ricordo che nella prima campagna di Ravenloft che facemmo il fratello del Master si mise a piangere dopo aver subito un energy drain! Era giovane, sì, ma sono comunque traumi...
    Adesso non ho idea di cosa facciano i non-morti della 5a, nell'avventura dello starter pack ho giusto incontrato una banshee che mi ha fatto solo dei "danni necrotici" che non ricordo poi così micidiali.

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    1. Ciao Luca,

      sai no? Mi mancano queste copertine che citi. È l'autrice anche di City Sites e Country Sites, e dovrei controllare City Sites della 2a (altri compendi che amo molto, ahah!). Ho recuperato da almeno dieci anni i suoi moduli della Judges Guild, ma sinceramente li ho solo sfogliati. Forse è tempo di leggerli più approfonditamente.

      Se scrivi due righe e tiri fuori le copertine che dici, per favore inviami un commento che aggiorno il post e metto il link al tuo articolo.

      Un caro saluto!

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    2. P.S.
      I danni necrotici non sono nemmeno paragonabili ai danni di una volta, così come tutti i poteri dei non morti. La maggior parte delle penalizzazioni si recupera in fatti con un Riposo Lungo. L'unico modo per renderle un minimo fastidiose è giocare la 5a con i recuperi dilazionati, come sto facendo infatti, dove il riposo corto richiede un giorno e quello lungo una settimana.
      Con questa dinamica "Gritty realism", unita allo "Slow natural healing" (opzioni ufficiali disponibili nel DM's Workshop - vado a memoria -, uno dei capitoli della DMG) certe dinamiche moderne sono calmierate notevolmente. Provare per chiedere.

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    3. Ehm... per la copertina di Ravenloft ho confuso l'"-ais"... l'autore è infatti Den Beauvais e non Jaquais! Mi piacerebbe dire che si tratta di un errore di attribuzione da parte della TSR (lo fecero ad esempio con la copertina di Web of Illusion e uno dei volumi di City of Greyhawk) ma il monogramma che si può intuire nei dettagli in basso a destra è proprio "D B"
      L'illustrazione per Mystara è questa:
      https://dndcollection.azurewebsites.net/Modules/Details/785
      La vedi anche in tutto il suo splendore senza scritte a coprirla nel Player's Handbook della "Seconda Edizione e mezza".

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    4. Grazie per il link. Non possiedo il PH 2.5, quindi mi devo accontentare. Francamente però non lo rimpiango, mi piace molto di più l'originale con le illustrazioni azzurrine di JAM (vado a memoria, credo si firmasse così). A proposito, sai di chi si tratta?

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    5. Dovrei controllare, era quello un po' caricaturale, giusto? Comunque anche quel tomo ha delle meravigliose illustrazioni a colori, uno spettacolo quella di Elmore che apre il volume col piccolo drago appeso a un albero!

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    6. potrebbe trattarsi di Jean E. Martin

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