«Ah, come passa il tempo…» Dirnal era particolarmente nostalgico quel giorno. Il tiepido scoppiettare dei ceppi nel camino mitigavano il colpo di coda dell’inverno che investiva Mirabar e il Palazzo delle Udienze. L’anziano nano si avvicinò alla vetrata e osservò il panorama. La vista del Dorso del Mondo, l’immensa catena montuosa che per convenzione sanciva il confine ultimo della civilizzazione, era una spettacolo che lasciava senza fiato ogni visitatore. «Sarebbe tempo di tornare in viaggio…» borbottò.
E come, Portatore? Le gambe non ti dolgono, oggi? Vuoi
forse rinunciare alla tua passeggiatina sulle mura in compagnia del giovane
Etihw, che ormai ti è caro come un figlio?
Dirnal sbuffò, Whelm non aveva tutti i torti, aveva un’età,
le gambe erano ogni giorno più pesanti ed Etihw era ormai pronto a raccogliere
la sua eredità.
Anche tu lo pensi, dunque?
«Ho pensato “ormai”, non “è pronto”, stupido schiaccianoci!»
ruggì Dirnal, «Fosse per me ti lascerei subito in mano al ragazzo, ma non
desidero condannarlo alla tua scomoda presenza. Sempre a origliare e ascoltare!
Non merita anche lui questa condanna. E poi non ha sufficiente controllo, è
ancora troppo incauto.»
Perché, forse tu sei mai stato cauto?
Dirnal sbuffò di nuovo, stupido schiaccianoci…