lunedì 24 marzo 2014

Racconti di Taverna - direttamente dall'Elfo Nero, le cronache del menestrello Licentious

Una delle rubriche che avevo in mente pretendeva di recensire, in maniera ironica, i comportamenti dei partecipanti ad una sessione di rpg. A chi non è capitato, da appassionato di giochi, di condividere le disavventure del proprio gruppo con un altro giocatore, di commentare degli aneddoti e di ridere, o maledire il Master, quasi che le sventure che hanno cancellato le esistenze dei propri (o meglio ancora, degli altrui) personaggi fossero esperienze reali. Essendo un gioco di comitato, non si ha mai il pieno controllo della situazione. Si è, al contrario, in una famiglia allargata, costretti a discutere le proprie azioni con la squadra di cui si è parte. I giocatori sono però creature bizzarre e non si può mai realmente sapere chi si cela dietro all’apparente mollusco che ci siede a fianco.

Queste memorie risuoneranno nuovamente qui, nella taverna dell’Elfo Nero, una delle rubriche di Kaos che più mi divertivano tanti anni fa. Per questo primo articolo mi accontento di copiare il contenuto del numero 1, restituendolo alle folle (ma de che, aho?) che popolano il web. Buona lettura e alla prossima!


Una sera tanto tempo fa, in una taverna lontana lontana...STORIE DALL'ELFO NERO compilate dal menestrello Licentious
Di tutti i posti malfamati del Multiverso, c'è n'è uno particolarmente infame: l'Elfo Nero. Una locanda frequentata dalla peggiore feccia di innumerevoli mondi, individui spregievoli che vivono accoppando mostri, rubando tesori e approfittando di povere fanciulle indifese con la scusa di salvarle dai loro rapitori. Questi biechi criminali di fronte ad un boccale di birra, di sidro, o di altre sostanze ancora peggiori, si sciolgono la lingua, e cominciano a raccontare storie inverosimili (e spesso inventate) di mirabolanti imprese. Tendete l'orecchio, avventurieri in erba... Chissà che tra tante fole non riusciate a cogliere qualche suggerimento utile per la vostra carriera.



domenica 16 marzo 2014

La Tomba degli Orrori (Tomb of Horrors) in italiano!

Ebbene sì, squillino le trombe, sia dato fiato alle fanfare: l'ho fatto! Ho sentito e letto tanti buoni propositi in giro: eventi, raduni, articoli e anche io ho deciso, per festeggiare, di dare il mio contributo a questo 40° compleanno di Dungeons&Dragons. La mia personale fatica è stata di tradurre, integralmente, nella lingua di Dante quello che, con grande probabilità, è considerato il modulo più letale mai scritto da E. G. Gygax.

Nel 1998, quando fu pubblicato, per la seconda edizione, il box "Ritorno alla Tomba degli Orrori" fu lo stesso Gygax a scriverne la prefazione ricordando i motivi che ispirarono l'originale. 

 "E' passato tanto tempo da quando la Tomba degli Orrori fece la sua prima comparsa. Prima che adattassi il manoscritto ad un formato consono alla pubblicazione, già portavo lo scenario in giro con me in una valigetta, in modo da essere pronto per quei fan che si vantavano di possedere dei personaggi talmente potenti da poter affrontare qualunque sfida l'AD&D potesse offrire. Dopo poco più di un'ora trascorsa nel misterioso labirinto, "l'ultimo giaciglio" di Acererak, i giocatori con personaggi ancora vivi ricordavano improvvisamente di avere degli impegni inderogabili da qualche altra parte. Afferrandole loro preziose schede personaggio, scappavano dalla battaglia. Coloro che avevano già perduto i loro personaggi tanto celebrati, borbottavano in disparte di "impossibili trappole mortali". Se fossi stato cattivo e crudele, avrei richiesto a quei partecipanti di consegnarmi le schede dei personaggi deceduti, le avrei strappate e quindi, con un sorriso malvagio, gli avrei chiesto il nome e l'indirizzo dei loro DM per informarli delle tristi perdite. Ma sono molto buono d'animo...

sabato 8 marzo 2014

D&D e l'8 Marzo, come coniugare l'atavico dilemma della donna e del drago?

Anche quest’anno è arrivato l’8 Marzo e ognuno di noi andrà in giro a procurarsi la mimosa per gratificare tutte quelle figure femminili che, da quando siamo bambini, hanno vegliato i nostri passi. Sicuramente ce ne sono state svariate, si saranno passate il testimone, ed ognuna avrà avuto la sua valenza sulla nostra personale formazione: non a caso si dice che dietro un grande uomo c’è sempre (almeno) una grande donna.  

Retorica a parte, penso sinceramente sia una festa importante, dal significato profondo, ancor più profondo per ogni bipede maschile con abitudini ludiche più o meno radicate. Certo perché questa ricorrenza ci rammenta che esiste anche l’altra metà della mela. Lo ammetto candidamente: anticamente, ai tempi della mia adolescenza (e forse anche un po’ più avanti negli anni), avrei negato tutto se una ragazza mi avesse interrogato circa i miei passatempi. Mai e poi mai avrei confessato di possedere qualche libricino, diciamo manuale, insomma una mezza biblioteca di tomi in inglese che regolavano e descrivevano nei minimi dettagli un mondo che non esiste. Per fortuna giocavo a pallone e questo mi dava un alibi sufficiente per apparire normale (vabbè, su quest’ultimo punto discutiamo poi in separata sede).