Come molti post accennati e mai pubblicati (per ora!) su
questo blog, anche questo, data la lunga gestazione, è stato modificato,
rivisto e infine riscritto da capo. Il motivo risiede in un carteggio che
intrattengo privatamente col vulcanico Mauro Ferrarini che pare avere ritrovato
di recente l’amore adolescenziale per D&D. Sarà un periodo della vita forse
più rilassato, sarà che questa quinta edizione strizza l’occhio alla vecchia
scatola rossa (in maniera furbesca, perché in realtà il gioco è molto più
articolato mano a mano che si sale di livello), ma molti “old babbions” sono tornati sui loro passi, volendosi abbeverare a
quella fonte dell’eterna giovinezza che è l’avventura.
Maurino è un buon diavolo come non se ne vedevano dai tempi
del Fiend Folio, motivo per il quale
architetta, scrive, sobilla e trasferisce su carta le sue macchinazioni. Dovrei
arrossire di vergona mentre confesso di avere tra le mani la “MA2 – Il Morso del Ragno d’Oro” da
Settembre 2017 e di non averla ancora messa a disposizione del pubblico
dell’Orto, ma sinceramente speravo in qualcosa di meglio per questa scrittura della
mia taverna per quattro ubriaconi. Già perché, ne parlerò più sotto, è un’avventurina
dannatamente ben congegnata.