Come anticipato
in altri post, d’abitudine, leggo pochi (anzi pochissimi) regolamenti, e mi
concentro invece sulle avventure, di qualunque edizione esse siano. Se l’edizione non coincide con quella che
utilizzo, ignoro bellamente le statistiche, mentre cerco di carpire se
nell’intreccio ci sia qualcosa di intrigante. Quest’esercizio è indolore, poi
quando si porta l’avventura (le avventure in verità, a seconda delle scelte dei
giocatori apro questo o quel modulo in una ragnatela mentale che ho
confezionato) al tavolo è facile trasporre i mostri (io applico una brutale
sostituzione alla pari, tranne in casi eccezionali), meno può succedere per PNG
molto articolati. In quest’ultimo caso è necessario prepararsi un minimo. Infatti
se capita di doversi cimentare in una “retro-conversione” può capitare di
trovare che qualche pezzetto del puzzle non esista nell’edizione più arcaica.
Così è capitato
per lo stregone della terza edizione, perché mai, prima dei famosi Player’s
Option di fine anni ’90, si era parlato di non obbligare a memorizzare gli
incantesimi al proprio Usufruitole di Magia. Mi sono quindi creato, in maniera
amatoriale, qualche nuova classe, originaria dell’edizione 3.0, e, benché consapevole
non interessi a nessuno, mi tolgo lo sfizio di rendere pubblico.
Insomma, ve la
butto lì, si tratta di un post inutile come tanti altri, ma come dicono i
Marlene Kuntz “noi passiamo spesso il tempo così, senza utilità, quella che
piace a voi, senza utilità, perché non serve a noi…”